Ciao Ladies!
Sono Erica Vagliengo conosciuta anche, o come, Emma Travet, quella che voleva scrivere per Vanity Fair (di cui Elisa parlò qui).
Oggi mi prendo un piccolo spazio per scrivere un piccolo pezzo che mi sta molto a cuore, vi parlerò di un caffè molto molto particolare! E a noi, che siamo un po’ caffeinomani sicuramente piacerà questo racconto! Vi voglio presentare
Rama caffè .
e i suoi “inventori”.
Il giorno in cui li ho intervistati, nella cascina ristrutturata dispersa tra le campagne piemontesi, il cielo era coperto di nubi pesanti e il silenzio occupava le piantagioni di kiwi.
Noi però siamo volati lontano, grazie al racconto dell’incredibile avventura che hanno intrapreso un anno fa:
vendere il caffè italiano, in Cina.
Raffaella Grisa e Marco Garbolino, i due coraggiosi e appassionati imprenditori di RAMA caffè, hanno gli occhi che brillano quando parlano di come tutto è nato, sono visionari ma con i piedi ben piantati a terra, grazie a una solida esperienza nel Paese del Sol Levante in altri settori. Sono appena rientrati da un tour di dodici giorni, tra Shanghai, Hong Kong, e Dalian per piazzare il loro caffè. Chissà come sarà andata…
1. Buongiorno a tutti e due, partiamo dall’ultimo pezzo del puzzle appena messo… il vostro recente viaggio in Cina: quali novità ha portato?
Siamo appena tornati, stanchi ma estremamente carichi e motivati. Questo viaggio ci ha permesso di concretizzare alcuni ordini e definire nuovi contratti commerciali. Come in ogni viaggio che facciamo siamo riusciti a capire qualcosa in più della loro cultura, abitudini e modo di fare business. In poche parole siamo un po’ più ricchi dentro.
2. Com’è questo Paese oggi e come si presentano i cinesi?
Noi siamo entusiasti della Cina, è un Paese in crescita repentina, tutto scorre velocemente, le città sono proiettate nel futuro, in pochi mesi si hanno cambiamenti urbanistici che in Europa necessiterebbero anni per essere realizzati. I Cinesi hanno curiosità nel provare prodotti nuovi e hanno un grande interesse per l’Italia che, fortunatamente, considerano come terra con prodotti di qualità.
3. Sfatiamo qualche mito che resiste nella mentalità degli italiani… molti italiani hanno idee alquanto confuse sulla Cina e sui cinesi e il pensiero comune è l’assioma prodotto cinese = bassa qualità oppure prodotto cinese = copia.
In realtà la Cina di oggi è un paese molto interessante, ci sono correnti creative stimolanti e le città offrono opportunità che difficilmente si potrebbero avere altrove. I prodotti di bassa qualità e le copie esistono, ma stanno velocemente passando al prodotto di qualità e non più copiato.
4. “La vita è imprevedibile, occorre coltivare i propri sogni, viverli e provare a realizzarli.” Così mi avevi detto qualche tempo fa, Raffaella. Ne sei ancora convinta?
Certo! Quando si smette di sognare e voler realizzare i propri sogni, si smette di vivere…si vegeta. Ogni giorno è una sfida da affrontare per realizzare i propri sogni, ma ogni giorno ti regala emozioni nuove e incredibili durante l’inseguimento del proprio sogno.
5. Da dove nasce l’idea e il nome di RAMA caffè?
Molto banalmente dalle prime due lettere dei nostri nomi Raffaella+Marco. Noi siamo una coppia nella vita e nel lavoro e in questo progetto imprenditoriale abbiamo investito noi stessi, RAMA caffè ci rappresenta, è la nostra creatura…siamo noi.
6. Come viene distribuito e in quante città?
Al momento viene importato e distribuito nel sud della Cina nella provincia del Guangdong a Guangzhou (che da sola con circa 30milioni di abitanti) e a Hong Kong. Nel nostro ultimo viaggio abbiamo stretto accordi commerciali per l’importazione a Shanghai (che è la città più cosmopolita della Cina) e nel nord del paese a Dalian.
7. La vostra prima fiera a Hong Kong nel 2013: siete partiti come l’armata Brancaleone, partecipando come espositori, senza sapere il cinese. Ci racconti, Marco, l’episodio della bandiera italiana?
Nella nostra pazzia abbiamo voluto provare a partecipare a una fiera di settore ad HK (HOFEX 2013) per poter capire quale era il potenziale mercato. Tutti normalmente si recano alle fiere come visitatori o buyers, noi ovviamente ci siamo andati come espositori. Non avendo molta esperienza in fatto di fiere, ci siamo improvvisati e siamo andati con pochi mezzi, ma con tanta voglia di fare (come dici tu proprio come l’armata brancaleone). Dopo il primo giorno di fiera ci siamo accorti che i visitatori non capivano che noi eravamo italiani. A questo punto abbiamo pensato di stampare una bandiera italiana con scritto in cinese: prodotto italiano. Per far questo ci siamo appoggiati alla nostra efficientissima traduttrice Jessie, la quale ha capito immediatamente la cosa e si è preoccupata di stampare alcune bandiere. Le bandiere sono state stampate e appese, ma abbiamo capito che i cinesi non hanno molta dimestichezza con i colori della nostra bandiera, perché era più simile a quella irlandese, ma incredibilmente da quel momento hanno capito la nostra nazionalità.
8. Quella volta che vi siete fatti confezionare uno smoking e un abito da sera per andare a teatro a Pechino, poi cosa è accaduto?
Questa è una storia tanto divertente quanto assurda. Abbiamo trovato per caso un luogo dove ci sono i sarti che ti creano il vestito su misura in poco tempo e a prezzo modico. Ovviamente ci siamo fatti prendere dall’entusiasmo e ci siamo fatti confezionare uno smoking e un abito da sera. Siccome in Italia non avremmo avuto occasione di metterlo, abbiamo deciso di andare a sentire un concerto sinfonico all’Opera House di Beijing. Alla sera vestiti di tutto punto abbiamo preso un taxi per farci portare all’Opera House. Il taxista anziché scaricarci all’ingresso, ci ha scaricato dalla parte opposta dicendo che quella era la parte giusta. Appena scesi abbiamo cercato di fare il giro della costruzione (base circolare) per raggiungere l’ingresso. A quel punto siamo stati avvistati da dei locali che ci hanno scambiato per delle celebrity, visto il nostro abbigliamento. Ci hanno chiesto di fare delle foto e per qualche minuto ci siamo sentiti delle star con i flash e le persone che si davano il cambio per fare la foto con noi. A causa di ciò siamo pure arrivati a concerto iniziato e abbiamo dovuto attendere per poter entrare in sala. Alla fine della serata abbiamo atteso invano per più di un’ora un taxi libero e allora siamo rientrati in hotel con la metropolitana destando la curiosità di tutti.
9. State aggredendo il mercato orientale con un prodotto che non è mai esistito lì. Oltre al caffè avete in vista anche un marchio di caffetterie italian style per portare il bello dell’italianità, non solo da sorseggiare, ma anche da toccare con mano?
Abbiamo avuto l’idea di creare un nostro stile di caffetteria da esportare e replicare. Al momento è ancora in fase embrionale, ma questo è un nostro sogno/progetto che affronteremo prossimamente.
10. So che state vendendo RAMA caffè anche in Italia, viste le richieste ricevute. Dove lo si potrà comprare?
Dopo aver fatto assaggiare ad amici, parenti e conoscenti il nostro caffè e aver ricevuto commenti positivi, abbiamo deciso di venderlo anche qui, attraverso il nostro sito e-commerce www.idea-italia.it, dove si possono trovare altri prodotti che rappresentano l’Italia, passando dal cibo fino ad arrivare all’arte e al design.
11. Ultima domanda, per Raffaella: so che disegni borse e accessori. Non puoi non darmi il sito…
Certo! Eccolo qui: http://www.wawavishop.it/ Sai che io ti vedrei bene con la Viva rock bag?
INFO
www.ramacaffe.it
www.idea-italia.it
www.wawavishop.it/
L’Italia è paese che vanta molte eccellenze ed è bello vedere come queste eccellenze vengano esportate ed apprezzate anche in paesi così differenti!
Alessia
THECHILICOOL
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Kiss
Buona domenica!
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Non conoscevo questo caffe, ma sarà buonissimo. L’italia non ha rivali in fatto di caffe, e fa sempre piacere che all’estero facciamo un ottima figura!
http://www.alessandrastyle.com
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