Mini pony anni 80 e LuisaViaRoma

Mini pony anni 80, unicorni, sirene, Barbie, fate, principesse et similia fanno tutti parte del corteo che sfila quotidianamente nel mio immaginario. Funzionano come un salvavita, un pronto-intervento di “simpaticherie” assortite per ossigenare di leggerezza quello che gli altri cercano di vivere fingendo di essere felici.

E se LuisaViaRoma ha dedicato uno dei suoi fantomatici party innalzando a IDOLI proprio i mini pony anni 80, allora, la mia follia non è per nulla uno dei pochi casi isolati. “Over the rainbow” si è svolto lunedì scorso a Firenze, evento pop- top dedicato a fashion blogger e influencer, sotto forma di overdose di felicità . In mezzo a luci, colori e cavallini multicolor, appositamente customizzati da 12 designer internazionali (per l’asta a favore di Save The Children) un super ospite leggenda ha chiuso il cerchio magico della notte. Vietato stare fermi. Eppure, di Giorgio Moroder, non ne sapevo abbastanza, almeno prima di sentirlo suonare. Ci vorrebbe un’ enciclopedia dedicata per trascrivere il suo curriculum vitae. Posso solo dire che è un raro esemplare di venticinquenne di settantacinque anni (come si definisce), italiano, con la tasche piene di tre premi Oscar e un’ esistenza costellata da successi mondiali con le star più conosciute della storia della musica. Così, sotto il cielo misericordiosamente rasserenato dal temporale del pomeriggio, il mito della musica elettronica ci ha portato proprio dove avremmo voluto essere: indietro nel tempo.

Ma perchè tutto questo fanatismo, ora benedetto dal rainbow party di LuisaViaRoma, per cartoon, giochi, musica e stile degli anni 80? Essendo una delle esponenti più serie del movimento “roba da anni 80” (e ’90), sempre che si possa parlare di serietà, mi sento di dare una mia modestissima spiegazione al fenomeno.

Innanzitutto, si tratta di una ricerca “stilistica” del piacere e dell’identità. Questa indagine si manifesta con sentimenti nostalgici, talvolta puerili, e si riversa su figure e personaggi della nostra prima giovinezza (quella degli eighties). Il brivido del benessere vissuto in quegli anni fungerebbe, così, da nicchia nella quale ripararsi dalle intemperie attuali, ma anche da catalizzatore di emozioni costruttive. Il risultato sarebbe un gioco di proiezioni nelle quali riconoscersi e alle quali aspirare. Situazione che è stata fortemente avvantaggiata dalla facile reperibilità di materiali audiovisivi vintage originali su google, social network, youtube. La motivazione? Sopravvivere alla mancanza di mitologie odierne convincenti e durature. Ma vediamo qual era il clima di quegli anni:

“i giovani abbandonavano le piazze e si concentravano nelle discoteche […] La banalità del quotidiano trovò un antidoto nelle notti di disco dance, cui partecipare vestiti di spandex, lurex, lycra, rayon, lamé oro, pietre luccicanti, paillettes, strass e lustrini di ogni tipo. […]Il rifiuto della dimensione politica e il cosiddetto ‘ritorno al privato’ assunsero presto l’aspetto di uno stile di vita specifico […]si cominciò a parlare di look, ossia di una struttura comunicativa, fatta di abiti e oggetti di consumo, capace di costruire l’immagine di ciò che non è“.*

Si respirava l’ entusiasmo, quello che oggi, spesso, viene a mancare. L’esaltazione emanava dall’accessibilità di denaro e successo, che diventavano religioni con l’avvento di pellicole come “Wall Street” di Oliver Stone o con i video di MTV. E mentre la libidine( cit. Jerry Calà) penetrava indistintamente nel tessuto sociale, i desideri si vestivano di possibile.

Questo è solo un assaggio del retroterra socio-culturale che giustifica, a mio parere, il continuo moltiplicarsi del culto Eighties. Si espande sulle bacheche di pinterest, di tumblr, passa per e-commerce stranieri specializzati, si riallaccia a giovanissimi designer di moda e ritorna al mittente con una ricchezza di ispirazioni sempre rinnovata. Ci sono i bronies dediti ai mini pony anni 80, le Barbie-girl incallite, i neo-paninari e gli yuppies, ma tutti ambiscono a sintonizzarsi su frequenze positive, aggrappati al fascino del ricordo di un sogno possibile al di là dell’arcobaleno.

Da qualche parte sopra l’arcobaleno proprio lassù ci sono sogni che hai fatto una volta durante la ninna nanna.

Da qualche parte, sopra l’arcobaleno volano uccelli blu e i sogni che facevi diventano davvero realtà. Un giorno esprimerò un desiderio su una stella cadente e mi sveglierò in un posto dove le nuvole sono lontane dietro di me,

dove i problemi si dissolvono come fiocchi di neve.

Lassù in alto, sopra le cime dei camini, è proprio lì che mi troverai!

Da qualche parte, sopra l’arcobaleno, volano uccelli blu e tutti i sogni che hai osato fare; perchè, perchè io non posso?

Vedo alberi verdi e anche rose rosse, le guarderò fiorire per me e per te e penso tra me e me: “che mondo meraviglioso!”

Vedo cieli blu, nuvole bianche e la luminosità del giorno, mi piace il buio e penso tra me e me: “che mondo meraviglioso!”

I colori dell’arcobaleno, così belli nel cielo, sono anche sui visi della gente che passa.

Vedo degli amici che si salutano dicendo:”come stai?”, ma in realtà dicono: “ti voglio bene”.

Ascolto i pianti dei bambini e li guardo crescere, impareranno molto di più di quanto noi sapremo e penso tra me e me: “che mondo meraviglioso!”

total look : anteprima BrandBlogItalia

*Storia della Moda XVIII-XXI, E.Morini, Skira edizioni