New York fashion week SS 2016. L’ho lasciata scorrere, non volevo soffrire ulteriormente. Ho trovato per caso il biglietto aereo per New York dell’anno scorso. Era rimasto nel libro che mi aveva interessata in quel periodo. Non so perché, ma è come se avessi cercato di evitarne la lettura, così da non pensare più a quanto mi pesi l’essere inchiodata all’Italia. E’ trascorso un anno. E mi è costato ben 2 rughe ai lati del naso. Una per parte s’intende. La cosa più nuova del Belpaese mi sembrano i fazzoletti da naso Tempo limited edition. Perché gli Americani non avranno il nostro senso estetico, il nostro background culturale e umanistico, ma quando si parla di comunicazione, di apertura mentale, di meritocrazia, il divario diventa insormontabile e, purtroppo, irrecuperabile. Insomma, se nel mondo l’Italia conta poco meno di una provincia, un motivo ci sarà anche no? La stessa Italia che va dietro alle sorelle Sozzani & Co, quella che si alza la mattina pronta a bersi un sacco di nulla al posto del caffé, magari al 10 Corso Como. Che fa così tanto snob che Equitalia ci metterà i catenacci all’entrata. Ma quanto ci piacciono i grandi bluff, suonano così bene, anche da pronunciare. E pure questo è un vizietto tutto italiano.
New York fashion week SS 2016. Ecco il riassunto.
Givenchy, Riccardo Tisci e la catarsi. La fenice si scrolla lentamente di dosso la cenere di un’umanità sconvolta da un 11 settembre ancora nitido e in una solenne rappresentazione in bianco e nero crea la vita. Una vita che ricomincia dai non colori, dall’uomo e dalla donna, dall’identico e dal diverso. Dall’uguale e dal contrario. Così, insieme alla rigidità e alle maschere, i corpi si fanno ammirare sotto trasparenze, drappeggi, frange, piume e paillettes. La creazione non si ferma, la bellezza è l’unica realtà possibile.
“Se sono fiori fioriranno“, e “se sono Barbie, compreranno”. Scavando, scavando, questo è il motto di Jeremy Scott. Il mood è sempre cartoon e plasticoso. Irriverente, esagerato e orgogliosamente pop. Lo stile ripropone gli anni Sessanta. E non saranno state proprio delle Barbie, ma le modelline dagli occhi manga e dai capelli cotonati ce le ricordano così tanto!” A squadra che vince, non si cambia“. E così Gigi Hadid diventa la nuova modella celeb. A me Jeremy piace, ma ovviamente lo sapete che sono una delle maggiori esponenti del club “scemenze di moda” (leggi : moda goliardica).
Oscar de la Renta post mortem. Non è la stessa cosa, ma come potrebbe esserlo? Però non è male. La svolta è drammatica e feroce. Il rosso cruento viene dalla Spagna e diventa tridimensionale. Il pizzo nero ricorda la grave perdita e ritorna sempre. Ci sono i garofani, il flamenco e persino un certo fascino che sfiora la superstizione.
Tommy Hilfiger, va bene che è estate, ma da una collezione ci si aspetta meno spettacolo e più idee. C’è poca forma e poca sostanza. Una parata multicolor con vestiti e mini dress, costumi in crochet e straccetti vari. Robette da bancarelle. In compenso c’è la spiaggia e la Giamaica, purtroppo anche nei berretti.
Diane Von Furstemberg punta tutto sul fascino “nonna Carmela” nei suoi azzardati patchwork di fantasie. Calabria, ma quella arroccata sulle montagne. Proprio anche no.
Vera Wang. Modernissima, un ottimo lavoro. C’è la ricerca della forma perfetta: pulita, over, ma femminile. Orgogliosamente “China”. Nero, Rosso e Oro. Tagli decisi, fascino irruente, quasi sacro e mai remissivo.
New York Fashion Weeek ss 2016, images from tumblr.com
I am loving the boldness & the embellishments & details of the garments I’ve seen so far New York Fashion Week. :]
// ▲ itsCarmen.com ▲
Vera Wang e Jeremy Scott le proposte che mi sono piaciute di più! Baci Elisabetta
Sempre un divertimento leggerti ))))Oscar de la Renta mi è piaciuto tantissimo, amo tutto quelloglamour e quello lusso. Buona giornata bellissima.
http://www.stylistlowcost.com/
Bellissimo recap tesoro
Un bacione
Admaiorasemper.website
Sul provincialismo italiano la penso come te e sulle sfilate, quasi.
La Riccardo Tisci, per esempio, era bella si. Uguale a quella precedente, ma bella.
E come mai hai tralasciato il commento su Desigual? ◕‿◕
eli questo è un articolo da standing ovation altro che. Come hai descritto la nyfw tu nessuno. Hai il dono della sintesi e sei andata dritta al punto. Tu si che dovresti lavorare in una redazione seria.
xxx
mari
http://www.ilovegreeninspiration.com
Lovely post ! 🙂
please follow my blog : THE COLORFUL THOUGHTS
Complimenti tesoro , lo dico sempre se fossi a capo di una redazione é TE che vorrei !!!!
Brava brava brava !!!
http://unconventionalsecrets.blogspot.it/
All of these runway looks are so beautiful!! Thanks for the inspo!
Tina
http://www.justatinabit.com
Condivido il pensiero sull’Italia e sulle nostre chiusure mentali…
Mi è piaciuto il post, un bel riassunto!
Un bacione
Eli
http://www.blackstarstyle.com
Bellissimo il tuo post!! Più chiaro di così non si può !! Hai ragione su quest’Italia provinciale ed ottusa ! Mi trovi d’accordo.
http://www.glitterchampagne.com
Anch’io adoro Jeremy Scott!!!!
Un abbraccio!!!
http://www.lagattarosablog.it
Bravissima, ottimo recap! Sulla bella Italia e il nostro triste primato in provincialismo sorvoliamo che è meglio…
Un bacione e buon weekend! F.
La Civetta Stilosa
Wow great styles and designs~~
Thanks for your sharing. Xoxo
http://www.sweetsimpleday.com
Oscar de la Renta m’incanta, ogni volta, come nessuno sa fare.
Vera Wang è l’altra mia ossessione…
Che bella ventata di moda, classe e stile in questo post tesoro!
Un bacione 🙂
The Princess Vanilla
Sono rimasta colpita dalle immagini che hai pubblicato di Vera Wang, mi piace
la sua pulizia di stile, mai sottotono :)))
Questa mattina parlavo con alcune colleghe di quanto costino ora i biglietti aerei per NY…
Mi piacerebbe tanto andarci (anche da sola, senza full family al completo :).
xoxo
http://www.bellezzefelici.blogspot.com
Intanto complimenti.. post azzeccato ache a contesti che non diano solo moda!!
Io da sempliciotta non rinnego la mia giovanile passione per Tommy.. che forse come dici te pecca di mancata originalità, ma è secondo me tra tutti quello più commerciale.
Lalu