Coco Cuba 2016, la moda per la prima volta a Cuba. Falso. Non vi sto a raccontare poi le divertentissime azzuffate virtuali tra giornalisti per aver diffuso notizie incorrette subito dopo la sfilata di Chanel a Cuba, che figuraccia! Quasi tutti, infatti, in preda al furore post-evento hanno allegramente dimenticato il fatto che un “trasgressivo” Rocco Barocco già nel lontano 2008 aveva sfondato i portoni della storia facendo entrare la moda Europea proprio nell’Avana.
Va bé, ma Chanel è Chanel e quando Karl fa qualcosa si è sempre “vergini”.
In effetti, anche la scorsa settimana il Kaiser è riuscito a prenderci “per la gola”. Potevamo immaginarci lo scenario, certo, ma non ci saremmo aspettate la musica e i canti dal vivo, la gente affacciata ai balconi e poi questo mood “so lazy“, vivacemente slegato, in perfetta comunione con il folclore creolo. Chanel fuori posto, ecco Coco Cuba, una “sfilata pseudo-verità”, un evento “en plein air”, perché Cuba non è stata trattata da sfondo, Cuba (il meglio)è stata vissuta. Da tutto il pubblico.
Coco Cuba 2016: un sollievo notare l’assenza di Kendal Jenner e delle sorelle Hadid. Karl porta le “Piccole Care” in gita e le sguinzaglia, lasciandole “libere” di vestirsi di gioia non convenzionale. Abiti “fazzoletto”, lunghi e leggerissimi, completi spezzati pastello, abiti marinaretti in paillettes, fiori, sovrapposizione di maschile e femminile, di stili e gioielli. E poi plastron, ghette, panciotti, baschetti di strass, maxi e mini bag e scarpe: meglio se flat.
E con questo fashion show Chanel va a rimarcare quell’idea di lusso che non ha nulla di impacciato, di sacrificato, di impostato. Karl, come Gabrielle, rinnova l’idea di poter indossare il piacere, la perfezione, prima visiva e poi sartoriale, così come viene e in ogni occasione (si fa per dire).
immagini via tumblr.com
E così anche il capitolo Coco Cuba rimarrà negli Annales della moda e mentre giriamo pagina lasciandoci alle spalle un Karl danzante(perché tra le tante cose Karl è anche ballerino provetto di tango e cha-cha-cha) con la sua giacchetta di strass, questa meraviglia mi sembra già un ricordo sfocato. Ah lo racconterò, eccome se lo racconterò a Ginevra, le racconterò di quello strambo funambolo che camminava impavido in uno straordinario equilibrio tra grottesco e divino. Le racconterò dell’attesa, del desiderio, del culto per borsette e tailleur in bouclé con bottoncini d’oro. Le racconterò tutto, quando tutto non avrà più senso, perché come Karl Lagerfeld rimarrà solo Karl e se la vecchia leva di direttori creativi è parte di un meccanismo caduto in disuso, come ho già scritto più volte, a noi non resterà solo che prendere e riempire il carrello di Zara.
A tal proposito, le racconterò anche di come il comprare qualcosa nei mercatoni del fast fashion all’inizio fosse quasi vergognoso. Sì, le racconterò che recarsi nei “self service della moda” era come una tentazione perversa per la classe medio-borghese, quasi un disonore per i figli dell’esibizionismo anni 80. Le racconterò che vestirsi firmati era la norma quando l’economia girava bene, quando i marchi non ci prendevano in giro, quando non c’era l’euro, quando non si produceva tutto in Cina, Taiwan et similia. Le dirò che l’idea che la gente riconoscesse nel mio nuovo look quella medesima camicetta acrilica messa in vetrina in Corso Vittorio Emanuele da Zara poteva essere indicatore di indigenza e di povertà. Le dirò che un tempo la gente andava da Zara con fare quasi vergognoso, giusto per rimpolpare il guardaroba con qualcosina da usare una serata o al massimo una stagione.
Le dirò che era tutto molto diverso da oggi,
dove la maggior parte delle persone come prima scelta va da Zara e poi, semmai, una o due volte l’anno al massimo, in qualche altro negozio, giusto per regalarsi l’illusione del sogno, ammesso che ci siano ancora sogni.
E poi le dirò che aveva ragione Alber Elbaz quando a nome dei designer di moda “urlava” nel vuoto:
«Non possiamo più creare per i bisogni inventati da uomini di marketing>>
Perché il marketing non crea sogni, ma bisogni.
E non ci manca più niente se non un po’ di magnifica verità, un po’ di bellezza, quella dei particolari, quella che non ti stufa, quella da conservare per tua figlia o chissà, magari per i tuoi nipoti.
Bellissima Eli!! Molto bello questo look, mi piace molo la giacca rossa 🙂
http://federicaferraro.com/ysl-douglas-color-show/
Questo show è stato formidabile e le sue creazioni uniche.
Bellissimo questo tocco rosso in un look denim. Kiss
“Stampe, tulle e due total look TO BE TOO” ora su http://www.littlefairyfashion.com
Mi piace molto leggerti, sei proprio brava con la penna (ops, tastiera!) e mi piace anche il tuo look, la giacca è una favola e l’abbinamento perfetto!
Buona settimana,
Cristina
https://ilblogdellalibellula.wordpress.com
La collezione mi è piaciuta da impazzire. così come mi piace la tia giacca rossa… splendida!
Kisses, Paola.
Expressyourself
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ma tu sei sempre più bella ogni settimana??? *-* adoro quella giacchina!!
di Chanel ho apprezzato solo Cuba, la collezione non mi ha fatto impazzire…come sempre -.-”
un bacione cuore
http://www.thefashionprincess.it/
Mr Karl dovrebbe chiamare te, sei uno spettacolo dalla testa ai piedi!
Un bacione! F.
La Civetta Stilosa
Mi è piaciuta la collezione, la location e soprattutto l’idea!
Sai che avrei visto molto bene anche te tesoro in passerella… guarda quanto sei bella e chic!!
The Princess Vanilla
Bellissima sfilata, e quanto mi piace il tuo look con quel tocco chic del blazer rosso! Baci
Magnifica quella giacca e l’intero look. La collezione a me è piaciuta.
Un bacio!
Marianna
http://www.heelsallure.com
wow ho letto il tuo editorial di oggi tutto d’un fiato non avrei saputo esprimere meglio il mio pensiero
Kisses darling
Bellezza pour femme – fashion blog di Marzia Amaranto
Sempre sorprendente ,Elisa!
Fantastico questo look con la salopette abbinata alla giacca Chanel, tra l’altro bellissima!
Bacioni
Martina
http://www.pinkbubbles.it
NUOVO POST
fantastica!!!!
http://befashion31.blogspot.it
oh Karl, solo tu ancora puoi darci bricioli di Euforia. Ed è proprio così lui è inizio e fine di tutto. Tu favolosa in questa tutina jeans, sai che anche io mi sono fissata per questi capi e ne ho adocchiata una molto ’80s in vinile. bella cicicna.
xxx
mari
http://www.ilovegreeninspiration.com
Io non mi sono mai vergognata di comprare da Zara, why not? se è per questo compro anche hm. Chi si vergogna di acquistare nei “fast-fashion” ha solo una mera ragione di apparire e basta. Comunque comprare una o due volte all’anno un grande marchio è segno di shopping consapevole. Non tanto per comprare ogni collezione che passa sulla faccia della terra 😉
bacioni!
http://www.naylac.com
meravigliosa questa giacca , il rosso cosi brillante lo adoro
la collezione e’ bellisima come te e quest giacca favolosa
Ciao Elisa, sempre bello leggere le tue taglienti verità. Anche se già in passato qualcuno ha già prodigiosamente compiuto l’impresa che oggi vienericononosciuta a Karl, è importante che un grande Brand l’abbia fatto oggi. Non mi riferisco solo alle verità della moda, ma al popolo cubano, al quale, grazie anche a questo sfilata, viene riconosciuto un’altro grande traguardo. Chanel ha di fatto regalato con questa sfilata la percezione reale di potete ricevere quanto di meglio c’è nel resto del mondo. Anzi li assolutamente regalato il privilegio di vedere per primi la collezione Cruise. Un gesto che riempe sicuramente di orgoglio questo popolo.
Ti abbraccio
http://thefashiondance.blogspot.it