Drogati di Beauty: il successo racconta di smalti e rossetti

Drogati di Beauty: una dipendenza fatale.

Tra croisette e croissant, red carpet in mutande o senza scarpe, il fashion system si muove, o meglio si contrae su se stesso e i grandi gruppi editoriali con esso. Meglio di un reality, peggio di uno showcooking, la soap “Che ne sarà di loro” continua.

Si corre ai ripari, si vende l’anima al diavolo, si dice tutto e il contrario di tutto, ma con grande self-control. Così, mentre salutiamo il glamour della vecchia Milano Moda Uomo di giugno accogliendo il suo surrogato poraccio, l’Italia si predispone ad aprire le porte ad nuovo gigante spagnolo della moda low cost. Il concorrente di Zara che sta per invadere il Belpaese è ancora più “democratico”. Si chiama Top Queens, ha le sembianze rassicuranti di una boutique, ma vende TUTTO a 25 euro. Dalle scarpe, al blazer, al vestitino, alla borsetta.

Macheccefrega tanto c’è il Beauty!
Uno smalto salverà tutti.

Drogati di Beauty:quando la moda passa, ma lo smalto resta

“E poi ci troveremo come le star(e con le star) a bere del whisky e a parlare di contouring su Vogue e di peli superflui su Glamour “

Perché della Grande Moda, non gliene frega più a nessuno, sembra. Troppo tardi,

l’ingranaggio dell’Alta Moda, ha cominciato troppo tardi a prendersi seriamente a cuore la causa del digitale e a coccolarsi quella che sarebbe potuta essere la sua gloria: il popolo dei Millennial. E no, non è stata solo colpa di Zara, della saturazione del mercato, della frenata ai consumi divampata da Occidente a Oriente. No, non è stato solo questo. La crisi che sta toccando molti Big del lusso, è stata causata anche dal loro ostinato trincerarsi dietro una comunicazione selettiva, altezzosa, lontana, tradizionale, in una parola: vecchia (in proposito pensate a Prada).

Se l’Alta moda vende sempre meno e ha sempre più rivali, come ho più volte scritto, c’è un settore che non teme la crisi e sembra essere la scialuppa di salvataggio per Maison e editoria:

il BEAUTY.

Così ci accomiatiamo dall’allure supponente di Condé Nast, capitanata da Super Vogue, preparandoci ad fruire flotte di beauty review e video tutorial su trucco e parrucco.

Si chiamerà #Lookls la nuova rete social media friendly, multimediale, multiautore, che verrà lanciata a settembre da Condé Nast America, uno dei tanti tentativi del gruppo per rosicchiare una fetta di pubblico a blogger, v-logger, instagramer, che tanto piacciono ai giovani e adulti. Insomma, un tentativo per rimanere in pista ancora per qualche tempo.

L’accalappia Millennial è il beauty, l’accalappia vendite è il beauty, ergo, chissenefrega se scompariranno le fashion week, chisseneimporta se le collezioni saranno sempre più insulse e se i designer resteranno con un pugno di mosche, basta che ci siano i mega party da Sephora, i campioncini in omaggio e le mail di avviso sul lancio del nuovo fondotinta matt-one o sull’imperdibile scrub abrasivo antirughe-antitarme.

Drogati di Beauty. Il beauty dà alla testa. Tutti bellissimi e truccatissimi. Mia figlia dovrà fare la visagista, non la veterinaria. Tutto il fascino dell’Alta moda finirà in uno smalto semipermanente. O forse no, alla meno peggio la seduzione emanata dal prodotto di lusso, potrebbe ancora sopravvivere. Non avevamo, infatti, ancora considerato cosa potrebbe succedere se prendesse seriamente piede la

“sharing fashion”
o meglio
il Fashion rental service.
Noleggia-fotografa-dimentica

Se i Millennial orientano le loro scelte all’insegna della praticità e della smartness, non è detto che il giorno in cui i consumi di lusso non importeranno più, se non per un instante di popolarità su IG, sia tanto lontano.

Fino ad ora questa politica votata alla “condivisione dei beni moda” ha interessato relativamente poco il pubblico, tendenzialmente restio a pagare qualcosa per poi disfarsene dopo poche ore. Inoltre, la fatica dei problemi prettamente logistici a cui queste iniziative vanno incontro risultano ancora un ostacolo per una selvaggia diffusione di questo tipo di servizi. L’idea della “sharing fashion” nonostante oggi conti ancora poca ricettività, resta comunque una possibilità concreta e perfettamente in linea con le necessità dell’arguto, godurioso, pragmatico, narciso, infedele, egocentrico Millennial.

Chissà, forse c’è ancora tempo per parlare di moda, forse il beauty di lusso non sostituirà definitivamente il desiderio di un abito da passerella. Sì, forse non lo compreremo mai un look da 4000 euro, ma magari saremo ancora disposti a noleggiarlo quando ci pare e piace.