Fashion blogger chi? Caro Vogue, qui nessuno si è offeso
Fashion blogger chi? Ma soprattutto cosa? Nessuna polemica oggi, ormai sono vaccinata, però occorre fare chiarezza per non alimentare la disinformazione.
Vogue US e gli artifici machiavellici di corte “Condé Nast”.
Partiamo dal presupposto che le blogger di moda di “seconda generazione” non hanno motivo di serbare rancore verso le osservazioni riportate dai giornalisti di Vogue. Le prime a definire “patetico” ciò che si vede davanti alle porte dei fashion show Milanesi, siamo proprio noi. Quello che potrebbe infastidire, semmai, potrebbe essere l’eco degli ultimi “hater“, che dall’alto della loro ignoranza investono il loro tempo nel tentare di affossare un mestiere che non ha più bisogno del loro consenso. Ecco, sarebbe utile che questi “utenti”, soprattutto se impiegati nel settore moda, prima di criticare a suon di boiate galattiche le “cosiddette blogger”, valutassero l’offerta e si aggiornassero sui dati che mettono a confronto il successo e la qualità dell’informazione indipendente, rispetto a quella tradizionale ( per esempio, come riportato qui dal WWD). Varrebbe anche la pena, che cercassero su Google il significato di native advertising e di tecnocreativi. Dai, facciamo in modo di contraddire Georges.
« Passer pour un idiot aux yeux d’un imbécile est une volupté de fin gourmet. »
Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo buongustaio.
Georges Courteline
Fashion blogger chi?
Chi te lo fa fare di tenerti un blog, quando basta una foto e qualche tonnellata di Follower per guadagnare? Infatti, nessuno. Instagram ha sollevato le “Favolose” dal gravoso imbarazzo della prova di scrittura, tanto è vero che, nel famoso articolo di Vogue, l’attenta Alessandra Codinha (Vogue.com Fashion News Editor) fa notare alla collega Sally:
I can add here beyond how funny it is that we even still call them “bloggers,” as so few of them even do that anymore*
Come volevasi dimostrare, quelle poche rimaste con un blog in attivo, hanno superato la prova Alexa, Analytics e Google, insomma, hanno un pubblico consolidato e in continua espansione. Pubblico che cerca contenuti di qualità. E i social? I social sono obbligatori e servono ad amplificare brand identity, articoli e audience, insomma, sono un complemento necessario.
Tornando all’incipit: ho definito machiavellico il comportamento di Condé Nast (in questo caso Vogue), perché un modo per sedare i “reflussi gastrici di livore” dei suoi giornalisti nei confronti delle “Personagge” da Fashion Week, ci sarebbe. Per eliminare il problema alla base, basterebbe smetterla di collaborare con loro e di pubblicarne i look. Ebbene sì, per far cadere le speranze tra le nuove leve ( dove il vecchio mito del successo facile, ahimè, fa ancora gola e le fa peregrinare, per lo più senza inviti, da una capitale all’altra per geotaggarsi ad eventi a cui non sono state invitate), basterebbe smettere di dare loro istanti di popolarità sulle testate.
Ma qui sorge il problema.
Perché il vero problema è che: Condé Nast ha a cuore il mantenimento di questo circo. Il circo, infatti, si converte in click e i click in soldi e inserzioni. Mi spiace per gli hater, ma questa è la solita polemica stagionale su una diatriba tra fashion blogger e giornalisti, che forse non esiste nemmeno più. E’ solo un escamotage, costruito ad hoc per fare il botto di visite.
Concludo con questo: solo qualche settimana fa Pambianco, lanciava la notizia che “nei laboratori segreti di Condé Nast, scienziati e matematici si stavano prodigando nella Ricerca”. La Ricerca, sì, non di un virus letale per liberarsi dalle “blogger”, ma di un algoritmo per identificare gli “INFLUENCER“:
Un algoritmo troverà i giusti influencer per la moda. Condé Nast ha annunciato un accordo con Influential, piattaforma di influencer marketing e partner sviluppatore di Ibm Watson, grazie al quale l’editore utilizzerà la piattaforma Watson per permettere ai clienti inserzionisti di entrare in contatto più efficacemente con il pubblico sui social media e di guadagnare insight misurabili sulle campagne*
Quindi, di che cosa stavamo parlando? Ah già di niente. Nessun rancore.
Editoriale
Abito: Rokoko via Asos
Giacca: River Island
Make-Up: Dior
*http://www.vogue.com/13483417/milan-fashion-week-spring-2017-vogue-editors-chat/
*http://www.pambianconews.com/2016/09/08/sei-un-influencer-lo-dice-lalgoritmo-ibm-200696/
Applausi
Such a cool look! I love the poses too!
Edwige |http://www.hypnozglam.com
Bellissimo articolo, questa della ricerca dell’algoritmo non la sapevo.
Abbraccio grande
Maura
http://www.trama.life
Speriamo che l’algoritmo sappia “pescare” bene tra gli influencer, perchè mi pare che ce ne siano un pò troppi in giro! Tu sei sempre splendida, come sta a te il rosa a nessuna! Bellissima.
Un bacione! F.
La Civetta Stilosa
Io amo questa donna!
Cristina
http://sofiscloset.it
No no, essendo rancore ci mancherebbe!
Il tuo giacchino con le frange e’ super!
http://www.glitterchampagne.com
* nessun
tra i “blogger” salvo solo persone come la Ferragni, la quale comunque appare in una certa difficoltà ormai da tempo, costretta, lei e il suo team, a doversi rinnovare di continuo per poter restare a galla
molte altre non sono nemmeno più blogger e alcune non si capisce nemmeno più di cosa campino esattamente
le riviste qualcuno le comprerà sempre, gli stessi blogger le comprano, perché bene o male la loro autorevolezza rimane e rimarrà sempre, quindi tutto ok
di fatto però i veri influencer oggi sono modelle it-girl, figli di famosi e VIP “classici”, l’appeal dello sconosciuto che si è costruito una reputazione online è parecchio in discesa, ammettiamolo
Niente di personale, ma qui non si parla di “appeal”, ma di trend di comunicazione e marketing. Per concludere: non conosco blogger che comprano carta stampata (se non per farci una foto per Instagram ogni tanto).
beh certo che l’appeal conta, se non ce l’hai non hai nessun potere mediatico 😉
la carta stampata viene comprata ancora, altrimenti avrebbero già chiuso i battenti, cosa che non mi pare sia successa
Non succede, perché sarebbe una tragedia con tutti gli impiegati che hanno ancora. Ma purtroppo sono condannati a morte e l’hanno voluto loro. Per inciso, a proposito di appeal, lo sa che i magazine non ne hanno più, tanto è vero che i sondaggi dicono chiaramente che i lettori comuni preferiscono di grand lunga gli allegati dei quotidiani? Il motivo? Perché hanno meno pubblicità e sono più credibili e interessanti.
Non si riesce a leggere un tuo articolo senza arrivare fino in fondo, troppo interessante Eli!
Sei una maestra nel tenere vivo l’interesse del lettore, chapeau!
Bellissima, in ogni caso!<3
Un bacio
Martina
http://www.pinkbubbles.it
NUOVO POST
Splendida tu e molto interessante l’articolo, sai andare sempre dritta al nocciolo della questione 🙂 Baci
Fashion and Cookies – fashion and beauty blog
vabbè cosa penso lo sai benissimo. Come oggi abbiamo avuto l’ennesima prova della fuffa in giro, pure. Insomma siamo sempre allo stesso punto. Ceryo a dire che la “ferragni è in difficoltà” commento sopra ce ne vuole eh.
tu favolosa.
xxx
mari
http://www.ilovegreeninspiration.com
applausi meravigliosa principessa urbana
http://unconventionalsecrets.blogspot.it
mi piace tantissimo l’abito!
xoxo,
Alice’s Pink Diary
Concordo con te applausi e ancora applausi . Stupendo l’abito . Baci
http://www.therosestrawberry.com
Avevo letto la notizia, e volevo conoscere il tuo parere.
Che dire, come sempre Elisa For President!
Baci
http://www.mammachefashion.com
Carissima Elisa, mi hai conquistata questa estate quando nel “geolocalizzare” le cose di interessa intorno a me ti ho trovata. Il blog è fatica, la scrittura è impegno e anche se nelle foto indossi bei vestiti, le parole scritte ti mettono a nudo, ti espongono. Mi piace il tuo piglio, per molti versi simile al mio. I blogger, come ogni tendenza, negli anni diminuiranno, resteranno solo quelli che hanno saputo raccontare e raccontarsi. Perché la meritocrazia esiste ancora, e paga sempre. Rido delle tipette geolocalizzate in giro per il mondo
ciao elisa! ti seguo da poco e da pochissimi mesi ho aperto un blog. Sono affascinata dalla tua schiettezza e chiarezza. Sono daccordo con quanto scrivi e mi trovo in sintonia con quanto dice Maria Teresa Marsi (qui sopra, nei commenti) soprattutto quando parla della meritocrazia: il merito e il valore personale prima o poi verranno premiati anche se purtroppo le “blogger” di facciata esisteranno sempre perche “fanno”soldi con followers e pose a discapito dei contenuti.Alle blogger serie e appassionate non resta quindi che continuare a coltivare la propria passione perche pose e followers non ti seguiranno per sempre a meno che non riesci dimostrare di possedere anche “sostanza” di contenuti e di personalita..
Un caro abbraccio,
Claudia http://www.glamtalks.com