Casual style 2017: ma che “casual” sta succedendo?
Casual style 2017. Sono lontani i tempi in cui le donne, indossando il maglione dolcevita – esplicita emulazione di Audrey Hepburn in “Cenerentola a Parigi”- facevano inorridire i camerieri che non avevano ancora assorbito gli assalti delle signore con il tailleur pantalone. Oggi il casual è ovunque, ma la realtà è che, proprio come ” troppa confidenza fa perdere la riverenza“, anche troppo casual fa perdere il prestigio alle Maison.
Casual style: 2017 troppo casual appiattisce le differenze
“Il lusso sta negli occhi di chi guarda”, ma spesso bisogna mettersi gli occhiali per vederlo.
Credo che tutto questo casual style stia appiattendo sempre di più l’offerta delle Maison. Ma perché si tutto questo casual?
Il casual wear si espande nella moda per andare incontro all’esigenza di “facigilità” vestimentaria – di conseguenza mentale-delle persone.
Ormai, le Maison propongono ogni stagione collezioni dove la maggior parte dei pezzi viene pensata per il giorno, più che per le grand soirée. E fin qui andrebbe tutto bene, se non ci fosse quella spina nel fianco, quel rompiscatole di super-fast fashion, che persevera nell’avvelenare di confusione il settore intero della moda.
Il fast fashion, infatti, con il suo consumo giocondo fatto di capi copiati, pensati-creati e distribuiti in poche settimane, è un male che provoca un lento, ma progressivo disinnamoramento dei Millennials verso i marchi di lusso. E questo, ça va sans dire, disincentiva la vendita dei capi firmati.
Ma allora che fare? Magliette
Gucci ha appena dipinto un murales in Largo la Foppa a Milano per risvegliare l’attenzione del popolo. L’ha fatto proprio ora, perché ha appena lanciato una nuova collezione di magliette -ovviamente- “limited edition” , intanto, su Instagram stanno spopolando le tee di Comme des Garçons Play, la linea affordable, ma soprattutto wearable del marchio di Rei Kawakubo.
Facendo un passo indietro potremmo citare anche Dior, che con la Chiuri t-shirt ha in-vestito il mondo di femministe. Un credo per 550 euro (una bazzecola se confrontata con un abito da 20000 euro). E la lista potrebbe allungarsi ancora, passando da Alberta Ferretti, che a differenza delle tazze (v. Yamamay per Natale scorso), con i giorni della settimana ci ha fatto dei maglioncini carini e carucci (440 euro) e ora -ma guarda un po’- delle magliette (145 euro).
…”Ma quindi, non mi dire che” … -“Sì”-.
Il lusso apre ai “poveri” cercando di non farli sentire tali.
Se non puoi prenderti una borsa, comprati il rossetto, ma concediti anche la maglietta.
Il lusso si sta fiondando in quella fetta di mercato un tempo occupata dai “marchi medio alti” (v. marchi medi). E lo sta facendo per espandere il proprio raggio d’azione, in poche parole, per riconquistare il cuore di quella fetta di consumatori di lusso accessibile e intermedio -tradotto: i consumatori di beauty e cinture- oggi sempre meno interessati alla moda costosa.
Mi spiego meglio (ci provo)
Sta succedendo che, siccome tutti quei vecchi marchi medi sono morti e sepolti insieme ai rappresentanti infermicci di quella che fu la borghesia e, siccome ci sono le crisi, le pestilenze, le minacce nucleari, ma soprattutto quel benedetto fast fashion, i nostri cari mega marchi di lusso cercano di andare a sfruttare quello spazio vuoto lasciato nel mercato dai marchi “via di mezzo” .
I marchi di lusso tenderanno così ad arricchire l’offerta con pezzi “facili” da vendere e dal prezzo contenuto. Facili, ovvero: facili da indossare e facili da riconoscere (dopo un bombardamento a tappeto su Instagram, chiaramente).
Funzionerà? Lo vedremo nelle prossime puntate.
Perfect match between the dress and the shoe … lovely!
https://4highheelsfans.wordpress.com/2017/05/11/storm-and-rain/
ottima analisi, brava!
Tutto quello che hai detto non fa una piega. Kiss
Ti aspetto sul mio blog http://www.littlefairyfashion.com
bellissime queste foto
baci
http://www.unconventionalsecrets.com/
Uh mamma, ma che eleganza! Di uno chic pazzesco.
Un bacione! F.
La Civetta Stilosa
e’ così, e ti dirò l’acquisto è veicolato alla grande da note blogger.
e poi a noi che importa! c’è Zara che non scriverà i giorni della settimana, magari lo farà con i mesi dell’anno, dato che pure gli anni so sdoganati!!!
LaLu