Alibaba China: all’Isola dei Famosi della moda, anche Armani e Ferragni

Alibaba China. Alibaba è il mercatone cinesone di vendita online più mostruoso del momento. L’unico in grado di competere (in termini di bruttezza e grandezza) con Amazon.

Alibaba China: un El Dorado?

Per molti marchi Italiani (di design, di alimentari e anche di case automobilistiche – v.caso Alfa Romeo- ) questo orrendo supermercato è diventato una sorta di El Dorado e non ci sarebbe stato nulla di strano se la moda fosse rimasta fuori dai giochi. E invece no.

A quanto pare :“se stai alla frutta” ti tocca anche Alibaba. E tocca anche ad Armani (Emporio Armani e Armani Jeans) e pure a Chiara Ferragni.

Alibaba China: il “TRITARIFIUTI”degli Occidentali

Così, Armani sarà fagocitato e digerito da questa gigantesca discarica di consumi proprio come un trapano, un ricambio per il water o qualsiasi altra cineseria diabolica.

E non per fare la snob, ma la realtà è che:

quello che piace a noi Occidentali, i Cinesi se lo vengono a prendere direttamente in Europa.

 Ma quello che non ci piace o che non funziona abbastanza, glielo dobbiamo portare a casa.

Alibaba come ultima spiaggia,

d’altronde è un po’ come l’Isola dei Famosi della moda. Perché, se è vero che “chi si butta a Oriente “spacca” sicuro“, a me questa idea di “vincere facile“, ma su una piattaforma così dozzinale e mille volte più deprimente di Amazon, bè, mi fa pensare a tutto, tranne che alla salute di un marchio.

Fashion allo Sfashio (-n)

All’Isola dei Famosi o al Grande Fratello Vip, chi partecipa baratta la propria dignità per campare. Allo stesso modo i marchi di moda rinunciano all’esclusività data dall’affidarsi ad un canale di vendita prestigioso, per fare i numeri.

Ma nell’articolo di Pambianco si scopre che Armani non è proprio l’unico

infatti, si legge del recente approdo anche dell’impraticabile etichetta di Chiara Ferragni. E così si scopre che non sono nemmeno i primi, infatti, andranno a rimpinguare la corte Italiana, dei cosiddetti marchi”meno fortunati”, che per far quadrare i conti, hanno dovuto fare “il grande passo”, tra cui Trussardi, LaPerla e Geox. // anche se questo non era scritto, ovviamente  : D //

Perché si fa presto ad andare a vendere là, ma poi qua?

Perché quando si parla di moda, in questo caso moda aspirazionale, è propio l’aspirazione il catalizzatore dell’acquisto, ma la domanda è: “cosa dovrebbe sognare, a cosa dovrebbe ambire una ragazza Italiana per giustificare l’acquisto di una camicetta Emporio Armani da 400,00 euro o una felpa di Chiara F. da 250,00 euro, dopo averla scovata in vendita anche alla LIDL della moda, ovvero, su Alibaba?

Siamo seri:

Tu “investiresti” più di 10 euro per qualcosa che è in vendita anche su Alibaba?

Quanto conta il “Chi lo vende”? Tanto, molto, tutto

Cerchiamo di comprendere meglio: oggi il valore di un qualsiasi oggetto di consumo (a maggior ragione se di lusso) è qualcosa che ha a che fare con una scrupolosa orchestrazione di fattori e più il prezzo di questo si alzerà, più l’attenzione data dai consumatori ai vari tasselli del mosaico sarà grande.

Che “tasselli”?

La qualità, il patrimonio storico, la comunicazione e l‘esperienza che il marchio offre ai consumatori. Tra le esperienze, il momento dello shopping è proprio una delle più decisive.

E non c’è niente di esclusivo nel reperire capi di moda in un discount – a maggior ragione cinese- come Alibaba.

Questi elementi concorrono nel delineare e confermare l’identità del marchio agli occhi dei consumatori. Consumatori che detestano essere traditi, mentre amano essere rassicurati nelle loro scelte, anche durante il post vendita.  Ecco, perché mantenere una coerenza semantica è così difficile, ma così essenziale.

Il pubblico non perdona.

Acquistare nuovi clienti può essere facilissimo, ma riconquistarli è pressoché infattibile. Se i veri grandi del lusso di moda hanno imposto il loro NO CATEGORICO ad Amazon, un motivo ci sarà stato o no?

copertina immagina via pinterest

TOTAL LOOK PAOLO ISONI