La moda di oggi passa dalla casa: arredamento is the new abbigliamento
La moda di oggi passa dalla casa. Messa sotto chiave e pure abbruttita una vanesia Carrie Bradshaw intenta a blaterare idiozie riguardo i suoi stipendi appesi nell’armadio dentro la sua bettola Newyorkese (molto più simile a un ripostiglio che a una casa), siamo pronti a guardare con occhi nuovi il nostro presente e il nostro habitat.
Un presente dove la propria casa, già luogo votato al risanamento delle ferite procurate dalla nostra critica compresenza in mondi estranei, tramite Instagram viene ad assumere una rilevanza pubblica.
E così la nostra crescente diffidenza verso l’esterno viene alleviata
con l’amore e le premure dedicate alla casa, vero e unico bene rifugio, sia questa un 30 mq o un vecchio casolare. E così nascono e si moltiplicano sacerdoti e sacerdotesse dei focolari domestici, votati all’abbellimento dei santuari.
Oggi prendiamo nota di un altro capitolo della storia di questa umanità.
Oggi, infatti, vi racconto di quella volta in cui il genere umano arrivò a sperimentare il massimo grado della soddisfazione consumistica comprando candelotti e tavolini al posto di scarpe e paltò.
Poco sopra accennavo alla valenza pubblica che l’arredamento sta conoscendo sotto l’egida Instagram. Indubbiamente questo fatto è la risultante di più premesse, quali, innanzitutto la sperimentazione di un’esistenza precaria dal punto di vista economico (crisi, disoccupazione ecc.) e fisico (attentati), ma pure una conseguenza dello straordinario sviluppo tecnologico. Una tecnologia “amica” che tende sempre più ad assecondare la nostra predisposizione alla facilità del fare e fruire cose dal nostro divano.
Superomismo 3.0. Dal nostro divano telecomandiamo il mondo. Situati in microcosmi abitativi, pari a capsule, esploriamo e comandiamo lo spazio e il tempo con uno smartphone.
Da forma di diversificazione merceologica a vero e proprio core business,
le vendite per la casa, nel prossimo futuro potrebbero superare quelle dell’abbigliamento (peraltro, già accade a marchi come UrbanOuftitters).
Il business dell’home decor, quindi, si palesa di fronte alle aziende di moda come un affare così succulento e democratico che non sfruttarlo a dovere sarebbe uno sfregio. Non era mai accaduto prima, infatti, che il settore per la casa acquisisse così tanta importanza in lungo e in largo nella comunità pensante.
Se siamo sempre rimasti immuni agli altisonanti richiami di alcuni signori del lusso
proiettati da anni nel mercato dei suppellettili come Armani, Fendi e Versace, questa volta potremmo venire coinvolti nella “mattanza” al pari dei ricchi arabi sfondati di denari.
I segni dell’“invadenza” del settore casa nei nostri percorsi di shopping, d’altronde ci sono già da tempo, basta ripensare all’offerta che troviamo negli spazi espositivi degli store e sugli e-commerce. Siamo in una cartoleria? In un ristorante? O in camera da letto?
Ovunque tu creda di essere, sappi che c’è sempre una candela o una tazzina pronta a infilarsi nella tua visuale e nel tuo carrello.
Perché sono proprio questo genere di robe (tipo le candele e le tazze) a ingolosire i consumatori di tutte le specie in vista di una bella condivisione su Instagram. Ed è proprio per questo che tra borse, maglioni e abiti da 12 stipendi, su siti e nei negozi come Gucci o Brunello Cucinelli compaiono cuscini, lavette, piatti, carte da parati e robe così.
Sulle case di moda e le cose di casa
Se la moda fa casa è perché la casa è già moda. I confini sono labili e interscambiabili.
L’homo casalingus. La casa diviene il metro di misura di tutto
Attraverso l’arredamento, più che con l’abbigliamento (dato che si esce solo se è strettamente necessario) esprimiamo la nostra personalità e ci scaviamo un buco nel mondo.
“La crisi ha fatto rinascere il senso della vita in famiglia e tra amici e il settore dell’arredo di interni ne ha ricevuto una spinta notevole. Dalla tavola ai mobili, design e stile sono diventati importanti, anche più che per un vestito“*.
Se le borse Ikea in passerella potevano essere avanguardia, dovremmo spingerci un po’ più in là, poiché Billy, Bjursta, Poäng, Smörboll e compagnia sono già i nuovi oggetti del desiderio. Se siete ancora scettici, sappiate che nel 2019 Ikea lancerà una linea di mobili e arredamenti ideati da Virgil Abloh.
E chissà cosa accadrà nel frattempo!
*http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2015/04/13/news/casa_dolce_business_da_fabbrica_a_brand_larredo_fa_moda-111898686/
bellissimi questi pantaloni e il maglione!!!
baci
http://www.unconventionalsecrets.com/
Io sono da sempre appassionata di arredamento per cui che vada anche di moda non può che farmi piacere! Tu sei sempre splendida, look di uno chic pazzesco.
Un bacione! F.
La Civetta Stilosa
brava!!! hai focalizzato dei concetti importantissimi che sto riprendendo in un mio prossimo articolo. Citandoti, ovviamnete.
xxx
mari
http://www.ilovegreeninspiration.com