Paris Haute Couture luglio 2018: tutti parlano di …
Paris haute couture 2018
La risacca. Gli abiti appartengono ad un paradiso perduto e lì devono tornare.
A Parigi una forte corrente contraria al moto ondoso stravagante e spaccone proprio della moda contemporanea fa ben sperare per il futuro della moda.
“La novità di questa epoca è che il bello non lo vuole nessuno, se non è anche scriteriato”*.
In effetti, è stata una sorpresa. L’Haute Couture “formato Social” sembrava solo una triste parentesi, un colpo di testa, così distante e volgare da far morire di gioia anche gli sguardi dei più scettici davanti a tutto questo formalismo.
È giunto il tempo di tornare a fare le cose per bene. Di scegliere con chi dialogare. L’Haute Couture di questo luglio 2018 non era per tutti, il suo linguaggio era per lo più scevro di artifici, perifrasi e luoghi comuni. La grammatica sembra essere tornata rigorosa, il periodare si è fatto lungo e la punteggiatura precisa.
Dior Haute Couture: la nobiltà è misura, non ostentazione
Non teme la noia e nemmeno gli sbadigli Maria Grazia Chiuri che tempestivamente torna a fare proprio quello che un pubblico sofisticato, particolarmente sensibile all’eccezione, come all’unicità e alla misura si aspetterebbe di vedere da una Maison come Dior. Ben lontana dalla spettacolarizzazione e dalla mera riproposizione degli archivi, il suo “scarno” défilè racconta di una atemporalità celata sotto sembianze modeste, quasi pudiche. Se la nobiltà risiede nell’anima, il prestigio di un pezzo couture non dovrà dimostrare nulla, il suo valore sarà, piuttosto, un godimento intimo, un privilegio silenzioso.
“Niente è più misterioso della semplicità e non può essere né descritto, né copiato. La semplicità è pienezza, niente di più niente di meno.”
Carmel Snow*
Givenchy Haute Couture
Omaggiare Hubert de Givenchy senza annegare nell’imitazione. Rimanere ancorati alla realtà senza scivolare nell’esagerazione, la collezione disegnata da Clare Waight Keller è un notturno moderno e sofisticato, altero e volitivo. Una giusta commistione di opulenza e rigore. Di classe.
Armani Privé
Il lusso come lo si pensava una volta. Una collezione serale intrisa di maschile e femminile, perfetta per distinguersi sui red carpet con sobria eleganza. Meraviglioso l’uso del nero e dello champagne, peccato per i fuori pista rosa shocking.
Valentino Haute Couture
Un’orgia di colori, stampe, balze, piume e chili di tessuti. Fuori controllo. Non si può dire, ma questa è casa mia e faccio cosa voglio: Piccioli ha riunito in un’unica sfilata tutto quello che non avrei voluto vedere. Il suo flusso di coscienza è fastoso, violento e incongruente con la morigeratezza tanto anelata nel mondo Occidentale, ma si sa, gli arabi la pensano diversamente.
Nella “Haute Couture”, anche ombre
le silhouette splatter in stile cinema di serie b annaspavano in una tragedia resa ancora più tragica dalla sua stessa banalità. Il soliloquio autobiografico di Demna Gvasalia era fuori luogo. Uno spettro cencioso e invecchiato male quello di Vetements.
Maison Margiela e la rivolta degli abiti: da servitori a dominatori
fuori concorso l’ingestibile Galliano con i suoi esercizi di stile. La sua interpretazione sartoriale è furibonda. Benché se ne dica, il suo lavoro appare alquanto inquietante: l’abito non appare tanto come un involucro contro il mondo come osserva Tim Blanks, ma una trappola contro l’uomo.
Gli abiti accumulati senza coscienza in questi decenni di consumismo digitale si prendono la rivincita e annientano il loro stessi padroni e forse anche i loro stessi creatori.L’epilogo di questa triste storia è l’assoggettamento della nostra civiltà all’indumento.
Seta, nylon, lana, tulle: l’inanimato si rivela il nostro peggior nemico
Strane masse di tessuti si muovono serpentine intorno a i corpi e come tentacoli stritolano, soffocano, confondono e annientano i malcapitati.
Gli abiti prendono così il sopravvento sull’essere umano che, in effetti, diventa qualcos’altro, una semplice escrescenza di tessuto. Un’escrescenza di quegli stessi mucchi di tessuti, che un tempo addomesticati, erano soliti mostrarsi come umili e fedeli servitori.
*Fashionable Lampoon aprile 2018
*p.41 Q.Conti,
In genere i commenti sulle sfilate – tutti uguali, scritti in un idioletto che è già la ridicola parodia di se stesso – dicono solo fesserie.
Quindi tanto più si apprezzano le tue recensioni serie, qualificate e anticonvenzionali.
Grazie mille
Superb monochrome white outfit; so classy and elegant!
https://4highheelsfans.wordpress.com/2018/07/06/a-little-wonder/
Le tue recensioni sono sempre ineccepibili, mi trovo su tutto, mi è piaciuto molto Armani Privè.
Tu sempre splendida, questo top è un sogno e lo sfondo seppia delle foto davvero meraviglioso.
Un bacione! F.
La Civetta Stilosa