It bag 2020. Le borse preferite dalle insider hanno design minimale e fascino discreto, ecco quali sono
It bag 2020: ecco come cambiano i desideri delle donne
I tempi in cui le borse di lusso sembravano essere le migliori amiche delle donne alla pari dei diamanti sono finiti. Nel grande flusso della post-modernità liquida-pauperista, dove tutto va alla deriva in fretta, non c’è abbastanza fiducia per investire tempo e denaro nei sentimenti complessi, ergo, si rinuncia alla It-bag.
Le shopaholic non vanno più di moda
Le capricciose tendenze stagionali sembrano non avere più appeal in quanto impongono spese e sprechi eccessivi considerati sempre più inadeguati e immorali. Dall’altra parte aumentano gli investimenti per l’intrattenimento e le tecnologie, sintomo di un evidente raffreddamento dell’interesse nel fashion system affiancato dalla necessità di costruirsi una moda “su misura” più durevole e individuale.
Il lusso popolare non è lusso
Complice di questa situazione la sovraesposizione del lusso versione popolare e dei rispettivi loghi sui social media, fattori che avrebbe disincentivato l’affezione di molte fashioniste ai marchi storici più in voga.
Il lusso dei pochi o discrezione significativa
Ma non tutto è perduto per i brand di fascia alta, ci sono infatti felici realtà che forti della loro “discrezione significativa” hanno conquistato una fascia di mercato orfana di quel lusso borghese, silenzioso e appagante, esclusivo e riservato, in una parola: elitario.
Se un tempo avremmo inserito nella rosa dei top brand di lusso modesto il vecchio Céline, dopo l’allontanamento di Phoebe Philo e l’entrata di Slimane il marchio si trova in una evidente crisi d’identità, fatto che ha indotto i fedelissimi a ripiegare prontamente su Bottega Veneta di Daniel Lee (ex adepto della Philo in Céline).
Ecco i marchi di borse preferiti dalle insider oggi
I marchi più “bollenti” sono: Bottega Veneta, The Row, Loewe, Jil Sander e Gabriela Hearst.
Come dicevo sopra, questi marchi si distinguono per la loro “discrezione significativa” o “falsa discrezione”, poiché nonostante ciascuno di essi respinga categoricamente l’esibizione volgare del logo, i loro prodotti sono indizi inequivocabili per una ristretta cerchia di insider.
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