Entro il 2025 il second-hand online dovrebbe superare i 60 miliardi di dollari e a trainare il mercato saranno soprattutto i giovani
Negli ultimi tre anni il mercato del second-hand online è cresciuto così rapidamente che persino Kering ha deciso di puntare sul business dell’ abbigliamento di seconda mano investendo una quota del 5% in Vestiaire Collective. “E’ tempo di far crescere la comunità degli attivisti della moda“si legge sul sito*, ma potrebbe suonare meglio così “del maiale non si butta via niente”, perché caso vuole che la parte più grassa del suino (coloro che traineranno gli acquisti nei prossimi anni) sia proprio costituita da giovinetti che non hanno altra forma di espressione se non il consumo mediato dai social.
Chi sono questi giovani attivisti alla ricerca di second-hand online shop di marca?
Questi fanciulli sono coloro che hanno visto i loro genitori e amici vivere all’insegna della flessibilità, quelli che hanno sofferto senza accorgersene lo sradicamento culturale in favore di un nuovo globalismo funzionale solo all’omogeneizzazione delle credenze. Sono gli stessi che si sono sentiti maschi, poi femmine, poi entrambe le cose, finendo così per rifiutare il genere come grande atto emancipatorio, trascurando, però, il fatto di vestire quotidianamente personalità talmente standardizzate da non essere più distinguibili l’uno dall’altro, nemmeno per preferenze sessuali.
Le nuove generazioni sono dovute crescere in fretta.
Dal crollo delle Torri Gemelle in avanti il mondo in cui hanno iniziato a muovere i primi passi è stato scosso da un susseguirsi di eventi cataclismici senza precedenza.
La Grande Recessione del 2007, l’avanzata della speculazione finanziaria, la rivoluzione digitale e oggi il mondo dell’emergenza sanitaria, umanitaria e informativa sono stati eventi pesanti che hanno tutt’ora una grande influenza sulla loro formazione di stampo prettamente narcisistico-consumistica. Sono pur sempre consumatori seriali come i loro genitori, ma il loro approccio nei confronti dell’acquisto è differente. E’ quell’idea di status symbol legato alle merci che va incrinandosi: se papà e mamma a 20 anni facevano a gara per sfoggiare l’ultima t-shirt logata D&G in disco, oggi, loro preferiscono vantarsi su Tik Tok di aver speso 30 $ per un intero look “vintage”.
Secondo la politica in cui viene lasciato al singolo il compito di trovare soluzioni individuali a enormi problemi prodotti dalla società, le nuove generazioni hanno assorbito il concetto di incertezza come paradigma di vita riversando così tutta la loro attenzione sull’unica cosa che si illudono di poter ancora controllare: il loro consumo.
Ecco perché il gesto più insano e anticonformista per un teenager è trovare jeans e magliette sotto i 15 dollari.
Supportati da efficaci campagne di marketing il mondo visto da un teenager può essere ribaltato a cominciare da acquisti che rispettino valori ambientali e umani di cui sanno molto pochino, ma che fanno tendenza (non è dato sapere come abbiano fatto realtà come Bohoo o SHEIN a crescere del 43% proprio nell’ultimo anno, chi saranno mai questi compratori di abitini floreali a 11 euro?).
In caso quella teenager che bada al risparmio fossi proprio tu che stai leggendo e, sempre per caso, non fossi ancora molto esperta sul second-hand online, ti consiglio di dare un’occhiata qui www.micolet.it un sito sicuro dove poter toglierti qualche sfizio rimanendo coerente ai principi sostenibili.
*https://www.kering.com/it/news/vestiaire-collective-annuncia-un-nuovo-round-di-finanziamento-per-178-milioni-di-euro-216-milioni-di-dollari-sostenuto-da-kering-e-tiger-global-management-lobiettivo-e-accelerare-la-crescita-nel-mercato-second-hand-e-la-sostenibilita-nel-settore-moda
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