Lanvin Alber Elbaz, un matrimonio finito male, ma pur sempre un grande capitolo di storia della moda.
Da Maison Lanvin non ci si aspettava un grandioso epitaffio, ma forse un piccolo omaggio sì. *** (aggiornamento 26 aprile)
Sarebbe bastato un formale gesto di riconoscimento, insomma, un po’ di umanità in memoria di un personaggio che, solo, era riuscito a lucidare di glamour e femminilità un marchio incrostato di irrilevanza.
Ma d’altronde nella moda contemporanea, cosa resta di umano? Forse non è nemmeno opportuno attendersi un gesto di sensibilità da parte del fondo cinese Fosun International che ha rilevato Lanvin nel 2018.
Sarebbe comunque utile sottolineare che se la sopraccitata Maison oggi gode ancora di riconoscibilità è proprio grazie al lavoro di un corpulento e pacioso signore con gli occhiali spessi, morto a soli 59 anni.
Alber Elbaz fashion designer nato a Casablanca nel 1961 disegnava abiti fin dall’età di 7 anni
Fu la madre ad incoraggiarlo nella sua passione. Alber Elbaz nel 1985, dopo aver frequentato lo Shenkar College of Engineering, Design and Art, lasciava così la casa in Israele per intraprendere la carriera nel mondo della moda, arrivando a New York con 800 $.
Si formò sotto la tutela di Geoffrey Beene, celebre stilista americano, approdando poi a Guy Laroche. Dopo una breve esperienza presso Yves Saint Laurent (nominato da Pierre Bergé), il fatidico incarico in Lanvin nel 2001.
Alber Elbaz era un’anima gentile, a posteriori, verrebbe da dire poco indicata per reggere le pressioni e le ciniche strategie del grande sistema moda. Probabilmente fu anche per questa sua genuina sensibilità che la sua carriera subì un arresto improvviso dopo il licenziamento da maison Lanvin a causa dell’attrito con l’allora sua principale azionista taiwanese Shaw-Lan Wang.
Frasi Alber Elbaz che devono essere ricordate
Tra le frasi del designer che fanno luce sulla sua interiorità e sul suo modo di vivere la moda, ce ne sono diverse tratte da un suo indimenticabile intervento ai Voices di Bof nel 2018.
“Sono stato senza casa per alcuni anni. Ho perso tutto: il mio studio, il mio team. Nel processo, mi sono ritrovato di nuovo. Sono diventato un designer, ho iniziato a sognare e a pensare; ho iniziato a lavorare per strada; ho spostato il mio studio in strada “.
“La moda è sempre più una famiglia per me che un settore: un po’ disfunzionale ma una grande famiglia. Per anni, ho pensato di abbracciare le persone con i miei vestiti. Anni dopo, ho ricevuto tutti questi abbracci”. *
Ultima chance: Alber Elbaz brand AZFactory sostenuto da Richemont
Il ritorno e l’addio.
AZ (A come l’iniziale di Alber, Z come la finale di Elbaz) Factory, doveva essere un marchio di lusso democratico, doveva vestire le donne dalla XS alla XXXL, doveva essere sostenibile avvalendosi di piccole aziende specializzate nella ricerca di tessuti tecnologicamente avanguardistici e doveva essere più lento, più umano, ma nella realtà era troppe cose insieme.
Dopo aver esaminato la collezione, oltre alle eccellenti intuizioni e alla prorompente macchina di marketing messa in moto dal finanziatore svizzero, rimaneva solo una caotica euforia ansiogena.
Alber Elbaz non aveva trovato la direzione giusta. Forse quei 5 anni di lontananza, avevano pesato troppo o forse avrebbe avuto bisogno di più tempo.
Ci si augura che se ne sia andato felice, che si sia ricordato solo degli abbracci e che si sia dimenticato di tutti coloro che glieli hanno negati nei momenti di difficoltà.
https://www.businessoffashion.com/articles/luxury/alber-elbaz-improvising-for-a-new-era
*** (aggiornamento: Lanvin la sera del 25 aprile 2021 ha pubblicato un post Instagram in memoria di Alber Elbaz).
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