Discriminazione non vaccinati: che cosa comprano questi reietti schifosi?
Come vivono gli esclusi dalla società? Che abitudini hanno? Di cosa si cibano? Che libri leggono (già, se non lo sapevate, leggono)?
Messa così sembra uno scherzo, ma dovrà diventare presto SERIO oggetto di studio da parte delle agenzie di comunicazione e marketing, perché dietro il disprezzo qualunquista e gli epiteti più insignificanti diffusi dal mainstream ci sono folle di persone attive e determinate che collaborano e si organizzano.
Discriminazione non vaccinati: come reagiscono questi rumorosi rompiscatole?
I non vaccinati sono complottisti di complotti che si verificano. Allora sono anche degli stregoni. Allora sarebbe meglio bruciarli.
I non vaccinati potrebbero essere i pionieri di un nuovo modo di vivere. Questi puzzoni sono persone che spinte dalla necessità progettano una vita parallela al sistema e che difficilmente, questo sistema, riuscirà a riacchiappare se continuerà ad ignorare le loro richieste. Questi individui, che nell’arco di un anno hanno consapevolmente perso tutto (a livello di comfort materiale), oggi vogliono porre le basi di una nuova società. E quando una massa critica di persone non ha più niente da perdere, ha tutto da guadagnare. Poi, si sa, le buone intenzioni e le iniziative oneste sono contagiose per davvero.
Non vaccinati discriminati anche nei consumi
Anche se la moda non è propriamente il primo pensiero a cui il/la tipico/a contrario/a alla terapia sanitaria del siero si interessa, rimane altresì curioso notare come un settore notoriamente così sensibile alle tematiche politico-socio-ambientalistiche e delle minoranze, dopo aver assistito ai più imbarazzanti esiti della campagna vaccinale e ai più coercitivi e infondati risvolti legislativi dei governi, perseveri nel mantenere un omertoso silenzio.
Il mondo dell’imprenditoria globale (quindi anche il sistema moda) si ostina nel non considerare come rilevante la pesantezza economica che hanno e avranno i non vaccinati sul loro conto economico ma, chissà, forse si tratta di un errore di valutazione*.
Non vaccinati che non esistono (?)
La superficialità con cui la stampa dipinge il fenomeno dei contrari al ricatto del siero sperimentale, minimizza pericolosamente la portata culturale e sociale di questo movimento senza valutare, però, che questo meccanismo potrebbe presto ritorcersi contro di essi e contro i loro stessi finanziatori (non è un caso che i recenti dati sugli ascolti televisivi raccontino di un 60% della popolazione che ha spento definitivamente i programmi offerti dalla tv generalista).
Quegli sporchi, molesti, immorali, virulenti, fascisti, teppisti, trogloditi, forforosi e, perché no, che si infilano sempre le dita nel naso in macchina, seppur appellati dai luminari del comitato tecnico scientifico con il nome di “sorci“, non vivono nelle fogne e non si sono estinti (come tanti avrebbero desiderato) anzi, continuano a incontrarsi, a uscire e a rastrellare consensi tra gli indecisi, ma soprattutto, molti di loro sono ancora (per ora) disposti ad acquistare cose che rispecchino e rispettino il loro sentire, il problema è che manca l’offerta!
Lo sapevi? Il “non vaccinato” pensiero intacca anche i vaccinati
Succede un fatto simpatico: paradossalmente più queste persone non vaccinate vengono caricaturizzate e le loro opinioni censurate o ridicolizzate con sgraziata arroganza dai loro detrattori, più aumentano i simpatizzanti, ecco perché, dal punto di vista delle opportunità per le industrie, sembra quanto meno incauto pensare di continuare a ignorarli.
Certo, la moda per non vaccinati non è una priorità, ma se ci fosse, perché no…
Alla vigilia dell’attuazione di misure ancora più severe e discriminanti nei confronti di quei (pochi?) che contestano la narrazione delinquenziale dei sieri come unica salvezza, viene da chiedersi se non sia giunto il momento per i player della moda di cominciare a considerare l’ipotesi di accattivarsi l’attenzione anche di questi disgustosi reietti.
Mentre da una parte i beffardi e menzogneri report giornalistici minimizzano le adesioni alle manifestazioni, il fatto che moltitudini sempre più determinate e compatte, ogni fine settimana, da mesi, stazionino nei centri delle più grandi città italiane, mentre dall’altra parte le agenzie di stampa diffondono i piagnistei degli inconsolabili rappresentanti di Confcommercio spaventati dall’arresto dello shopping fisico, dovrebbero, perlomeno, impensierire i grandi Ceo delle aziende di moda.
I non vaccinati scappano dalla vita consumistica che ha smesso di rappresentarli e confortarli
Al di là delle manifestazioni, infatti, ogni giorno, tonnellate assortite di ex consumatori compulsivi si uniscono in tribù su gruppi telegram o facebook e decidono di evadere dal recinto magico della vita consumistica programmata. Le motivazioni sono varie, da quelle meramente pratiche (economiche) a quelle più teoriche e spirituali, ma il risultato è il medesimo: essi scappano.
Scappano di corsa e in modo direttamente proporzionale allo stringersi intorno ai loro nuclei familiari del cappio delle umilianti restrizioni. Essi fuggono via, delusi e schifati da un sistema che non riesce più a nascondere i suoi fini opportunistici e depravati dietro slogan pacifisti o filantropi sadici.
Se la questione intorno al bisogno post-moderno della costruzione dell’identità è legata visceralmente al consumo e basata al medesimo tempo sulla distinzione e l’aggregazione di individui, nel momento in cui viene loro a mancare una selezione di eroi-marchi in identificarsi, il meccanismo crolla senza possibilità di essere ristabilito.
Blocco dei consumi dei non vaccinati: uno scenario possibile
Manca un mese a Natale e dietro le esibite preoccupazioni legate all’aumento dell’inflazione e delle bollette sembrano mal celarsi i timori sempre più concreti legati ai possibili blocchi dei consumi (tradizionali) promossi a gran voce dagli attivisti del “no pass” e dei critici dell’inoculazione forzata.
Rewind
Era aprile quando le agenzie di stampa acclamavano con grandi titoli i paladini del fashion system che facevano a gara per promuovere a dipendenti e cittadini l’uso del “siero” come unica soluzione decisiva per garantire alla popolazione un sicuro e repentino ritorno alla normalità. Gucci, Salvatore Ferragamo, Prada, Brunello Cuccinelli, Renzo Rosso, Ovs, Benetton, Armani, questi erano solo alcuni dei più agguerriti sostenitori e amplificatori dell’ antiscienzah e vanno ricordati, soprattuto ora che siamo ad un passo da un mese cruciale per le vendite. Proprio ora, che troviamo sospesi con rinnovata ferocia i nostri diritti.
Non ci sono benefattori e filosofi, dietro muri di soldi ci sono solo interessi
E si dovrebbe dare anche un peso adeguato a chi viene definito come onesto rivoluzionario. Si pensi al direttore creativo di Balenciaga, Demna Gvasalia, che mentre ricorda amaramente i dolori e le discriminazioni vissute da bambino sotto il regime sovietico si definisce “un attivista che non va per strada e non fa politica, ma attraverso la moda aiuta la società ad evolversi”*. Lo stesso che dopo aver smentito la portata critica-destabilizzante del suo operato con la scelta della social diva Kim Kardashian come testimonial, ha inaugurato l’era in cui l’abito da elemento accessorio finisce per cibarsi del corpo della persona che lo indossa fino a farlo scomparire. E, ovviamente, è lo stesso personaggio che ben si guarda dal pronunciarsi contro le forme di discriminazione odierne, in compenso ci dà dentro con abiti che fagocitano la fisionomia e i tratti che contraddistinguono l’essere umano da un elettrodomestico.
E ricordiamo anche le “missioni umanitarie” sostenute da Gucci e Valentino, impegnati entrambi a raccogliere fondi per distribuire sieri anti Covid in modo equo nel mondo: il primo attraverso la vendita all’asta di un’opera digitale tratta dallo show Gucci Aria (Nft), il secondo mettendo in commercio obbrobriose felpe sormontate dalla V di VALENTINO che in quel caso stava per “VACCINATED”.
Tutti dobbiamo lottare per la libertà ma rispettando gli altri: la libertà di essere se stessi, la libertà di pensiero, la libertà d’amore, la libertà di esprimere e combattere per le proprie idee. *
(P.Piccioli)
Non vaccinati alla riscossa
E’ un bene ricordarsi di certe affermazioni o di registrare certi atteggiamenti, Loro, infatti, devono sapere che d’ora in poi ci annoteremo tutto quello che stanno facendo e che faranno. Devono sapere che terremo traccia di tutte le loro mosse. Devono sapere che è finito il tempo delle provocazioni e degli slogan pacifisti e del socialismo dello champagne.
Devono sapere che sappiamo che sono complici di coloro che ci vorrebbero cancellare dalla faccia della terra e di quelli che, non potendolo fare nell’immediato, ci hanno sospeso dalla vita (almeno, dalla vita come la intendono Loro).
Devono sapere che ora siamo noi a osservarli e a controllarli. Devono sapere che avremo tutto il tempo per rimuginare e riflettere su ciò che fino a poco tempo fa non avevamo valutato con attenzione.
Devono sapere che oggi siamo tanti, ma domani saremo ancora di più.
E devono sapere che a noi NON VACCINATI non potranno più trovarci là dove ci hanno sempre cercato.
*(d’altronde non facciamo i verginelli, non si è di certo cinici quando si evidenzia che nello mondo capitalistico globalizzato ogni individuo ha un peso in base alle sue possibilità di consumo)
*https://www.corriere.it/sette/cultura-societa/21_agosto_27/demna-gvasalia-per-scappare-barattai-due-kalashnikov-un-cavallo-ho-sofferto-il-razzismo-come-balenciaga-088417e8-074c-11ec-86ee-97d3784fba6d.shtml?refresh_ce
*https://www.mffashion.com/news/livestage/valentino-lancia-v-vaccinated-project-a-supporto-di-unicef-202109211455532105
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