Moda 2023. Non c’è un inizio. Non c’è un nuovo.
Delusione, indignazione, sospetto, dubbio, macchinazione, falsità, oscenità. Ecco un riepilogo di quello che è stato il 2022, terminato con il botto degli scandali di Balenciaga*.
“Di passaggio” è stata definita la prima collezione di Gucci senza Alessandro Michele.
A.M era colui che, in quanto direttore creativo dal 2015, con le sue ammorbanti, esotiche liriche aveva incantato serpi di ogni specie con un flauto che da diverse stagioni aveva smesso di funzionare. Aveva smesso di funzionare nonostante l’accanito scudo dei suoi eminenti supporter: Harry Styles e Jared Leto fra tutti. Risultato moda 2023: di lui più nessuna traccia. Spazzolato, lavato via, Gucci è stato rasato e deterso in modo radicale, come a voler prontamente rimediare ad un errore troppo grave, di cui qualcuno si è accorto troppo in ritardo.
Moda 2023: il presentimento è che la moda abbia un foxxuto timore di non servire più a niente
Il punto è che la moda è irrilevante e lo sarà sempre di più. Ed ecco che torna il motto “di passaggio”. Di passaggio siamo noi, ma soprattutto di transizione è l’epoca che stiamo vivendo, perché tutto è stato e sarà sempre più rimesso in discussione.
Stiamo riconsiderando l’esistenza e nel farlo gli “Dei” cadono e bruciano. E si schifano. Badate, questo non ha niente a che vedere con gli slogan di qualche partito politico o di qualche “gretino”. Come umanità ci hanno sempre trattato come bambini da rassicurare, spaventare o addormentare, questo c’è scritto nei migliori manuali sui linguaggi della comunicazione, ma è finito questo tempo. Finito!
La moda del 2023 non funziona più. Niente funziona più. I direttori creativi travestiti da demagoghi portavoci del pensiero unico falliscono, spariscono. Gli A.M e compagni teologi diffusori di buonismo in contanti hanno fatto il loro tempo, proprio come quelli che li manovravano. Ora è toccato a Gucci, il prossimo sarà Gvasalia, Balenciaga è finita. Finita!
I magnati dell’industria dell’abbigliamento Arnault e Pinault hanno ben poco da sbattere, il loro tempo è già scaduto e non c’è niente che possano fare. Le “balle” esplodono come bolle, la sete di verità e giustizia sono più forti di qualsiasi milionaria operazione di marketing. L’essenza della vita non saranno mai in grado di raccontarcela, tanto meno di vendercela.
Conclusione moda 2023. Essendo in vena di congetture, suppongo che questa situazione trascinerà giù per le gelide distese di Persefone l’ormai obsoleta figura dell’ influencer, agganciata, peraltro, alle abusate e sorpassate app della famiglia Meta.
*v. nota su Balenciaga e le sue adv qui
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