Instagram fa schifo, instagram scomparità
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Sempre più gente dice che Instagram fa schifo, che ne sarà di tutta la moda sopra questo social?

Instagram fa schifo, lo dicono sempre più utenti sia su Threads che nei forum di discussione. Instagram registra sempre meno interazioni e sempre più noia. Non divagherò con le solite prediche riguardanti la tossicità di questo social, perché ne ho già trattato qui, ma la dipendenza e il disagio creati dai social network e in particolare da Instagram sono un dato ormai accertato da medici, scienziati, sociologi e addetti ai lavori. Instagram è tossico e chi non è costretto ad utilizzarlo come vetrina per la propria attività si sta allontanando dalla piattaforma con la stessa velocità con cui gli acquirenti stanno prendendo le distanze dalle vecchie sciocche abitudini fiorite con questo social: ovvero il consumo vistoso di moda.

[…]il 50% degli utenti abbandonerà o limiterà notevolmente le proprie interazioni con i social media entro il 2025 e il 53% ritiene che lo stato attuale dei social media sia peggiorato rispetto all’anno precedente o ai cinque anni precedenti.*

Instagram fa schifo perché è finto e falso

Se a frustrare gli animi degli ultimi irriducibili “wannabe” influencer e altri Monsters &Co. ci sarebbero i costanti aggiornamenti dell’algoritmo, ormai fuori controllo, per gli altri instagram fa schifo per vari motivi. In tanti lamentano il fatto le pubblicità siano troppo invadenti e che la creatività si sia azzerata in favore del germe della più idiota viralità. Gli amanti della fotografia, poi, non smettono di sentirsi traditi e discriminati dalla spinta continua alla creazione di contenuti video: i Reel.

Instagram fa schifo anche per i Reel

Proprio la faccenda dei Reel creata per cercare di fermare l’emorragia di user su Tik Tok non è mai decollata su Instagram, perciò il social si è trovato con un pubblico inesorabilmente invecchiato, consumato dalle solite scemenze, ma anche allontanato dalla sua stessa comunità, poiché sottoposto ad frullato continuo di contenuti promossi dagli inserzionisti.

2024 Instagram fa schifo, quindi instagram scomparirà?

Forse si estinguerà come MySpace o Tumblr lasciando dietro di sè una scia polverosa di vestitini da pochi euro e qualche extencion, ma non si sa. Nonostante già nel 2019 lo considerassi vecchio come Facebook e profetizzassi una sua prossima ineludibile caduta Instagram nel 2024 è ancora il social su cui i marchi di moda e beauty investono di più. La domanda, quindi, ora è un’altra:

come farà la moda ad attrarre clienti in un momento in cui la gente prova “vergogna per il lusso”?

Instagram fa schifo a sempre più persone e con esso e le mitologie della popolarità connessa ai soldi facili e al consumo vistoso sembra siano in declino (se osservarti da un punto di vista macroeconomico*), perciò, quando il circo della moda si renderà conto che vivere di ostentata apparenza non è più tra le priorità della massa, cosa succederà ai marchi di moda di lusso?

Come non farsi notare su Instagram?

Ecco una delle domande che figura tra le più ricercate su Google insieme a “Instagram fa schifo“, “come stare meno su Instagram” o “che succede se esco da Instagram“.

Pare che la Generazione Z (fine anni 90 – prima decade 2000) sia molto più problematica nel suo rapporto con i social network, in particolare Instagram che per definizione è sempre stato considerato il social più patinato e glamour, nonostante l’avvento dei Reel. Un po’ per ansia da prestazione, un po’ per discrezione, un po’ per insicurezza, la Generazione Z utilizza Instagram più per spiare, per ispirarsi e per connettersi tra conoscenti, che per mostrarsi ad estranei.

Cosa succede se Instagram scompare insieme alle vecchie abitudini dei suoi utenti?

Sappiamo bene che in Cina i social network come Meta sono bloccati, ma da diversi mesi il governo ha imposto agli influencer di evitare pubblicazioni (sui social cinesi) che ostentino ricchezza e il loro stato sociale privilegiato, di fatto intralciando le collaborazioni con i maggiori marchi di lusso Occidentali che da sempre vedono la Cina come il mercato più importante per prodotti premium ed esclusivi.

Questo accade perché se nel 2022 i consumatori cinesi del lusso erano 250 milioni e rappresentavano il 35% del mercato globale del luxury, oggi, la Cina sta attraversando una fase delicata di contrazione delle spese luxury per via dell’aumento della disoccupazione giovanile e della crisi immobiliare.

In Usa, (altro mercarto chiave) la maggior parte della popolazione si trova indebitata con gli acquisti pagati con le carte di credito, mentre in Europa la situazione di incertezza politica e l’inflazione non accennano a diminuire mettendo a dura prova la maggior parte delle famiglie. Se a questo scenario sommiamo il taglio di prodotti entry level e la precarietà sperimentata per la prima volta marchi di lusso come Dior e Armani, che negli scorsi mesi sono stati protagonisti del tremendo scandalo sollevato dall’Antitrust sui subappalti ad aziende (che di artigianale e sostenibile non hanno nemmeno l’ombra), viene da chiedersi che strada possano prendere le grandi conglomerate del lusso per riacquisire l’appeal e la fiducia dei consumatori (anche i più fedeli).

Instagram fa schifo: la riservatezza è il nuovo lusso?

Abbiamo capito che Instagram nel 2024 mal si concilia con la sempre più diffusa “vergogna per il lusso”, ovvero, con quel sentimento diffuso nei momenti di crisi economica e incertezza globale che spinge le persone alla prudenza negli acquisti superflui, ma anche a prediligere atteggiamenti morigerati e a riscoprire il lusso della riservatezza.

In Usa, (altro mercarto chiave) la maggior parte della popolazione si trova indebitata con le carte di credito, mentre in Europa la situazione di incertezza politica e l’inflazione non accennano a diminuire. Se a questo scenario sommiamo il taglio di prodotti entry level e la precarietà sperimentata per la prima volta marchi di lusso come Dior e Armani, che negli scorsi mesi sono stati protagonisti del tremendo scandalo sui subappalti viene da chiedersi che strada possano prendere le grandi conglomerate del lusso per riacquisire appeal e la fiducia dei consumatori (anche i più fedeli).

Instagram scomparirà dietro un nuovo social network?

Avendo inquadrato il contesto, credo che la figura più malinconica del nostro tempo sia l’irriducibile “postina” quotidiana, che temeraria come Giovanna d’Arco, (nonostante la sua evidente sofferenza) si ostina ad abitare un passato remoto in cui se avevi l’ambizione di campare di moda, DOVEVI farlo vedere a tutti e prima di tutti con nuovi vestiti, nuovi eventi, nuovi amici, nuovi ristoranti, nuove vacanze, nuove case, nuovi figli, nuovi aeroporti, nuovi viaggi e nuovi gatti. Ora, sono sicura che non ci credano nemmeno più loro in un ritorno di fama, ma la fame, evidentemente rimane e si accontentano del nulla.

Instagram non funziona più come una volta e nemmeno noi, umili utenti votati al consumo forzato funzioniamo come loro avrebbero sperato. Il software che ci hanno installato con un lavaggio del cervello graduale e moderato dalle industrie culturali è stato compromesso. Siamo diventati subdoli e pericolosi come i nostri maestri, schivi e incostanti, infedeli e critici, insofferenti e intolleranti, in una parola: imprevedibili. Manca poco all’inizio delle sfilate 2024-25 e anche questo format, come Instagram suo alleato, non è mai sembrato così stupido.

*1) https://www.kolsquare.com/it/blog/perche-i–contenuti-brandizzati-su-instagram-non-funzionano-piu-cosi-tanto

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