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Gemelle Olsen 2024, The Row: entrano in società “Chanel” e “L’Oréal”, analisi del fenomeno

Capitolo gemelle Olsen 2024, è di qualche giorno fa la notizia che le ambiziose ex baby star della tv riciclate stiliste, abbiano trovato dei finanziatori d’eccezione per imporre la loro presenza tra i marchi di lusso più esclusivi. Obiettivo: sviluppare e affermare il marchio The Row in modo uniforme nel mondo della moda, ma perché no, anche nel settore del beauty, dell’arredamento e dell’hospitality.

Il grande colpaccio delle gemelle Olsen

Secondo Bloomberg, a finanziare The Row delle gemelle Olsen ci sarebbero Mousse Partners, family office che gestisce la ricchezza di Alain e Gerard Wertheimer, proprietari di Chanel e di Tethys Invest, società d’investimenti fondata da Françoise Bettencourt Meyers, erede dell’impero L’Oréal, con il marito Jean-Pierre Meyers e non sarebbe finita qui.

Il futuro del marchio delle “monachelle Olsen” sembra quindi già scritto con inchiostro d’oro: prosperità e successo. Nonostante questo, anche se la mia opinione non conta nulla, io rimango scettica e ora vi spiego anche il perché.

Perché dovrei indossare l’immagine delle gemelle Olsen?

The Row, è semplicemente l’ennesimo marchio minimalista e senza logo che forse non avresti mai conosciuto se non fossi qui a parlartene. I suoi prodotti, però, a differenza degli altri marchi, hanno prezzi particolarmente inavvicinabili, anche se vantano qualità e savoir faire artigianale d’eccezione (peraltro, questo è un punto già contestato*).

Solo negli ultimi due anni, forse, ne avrai sentito parlare, complice il battage mediatico dedicato alla borsa The Row Margaux ( 7.430 euro) indossata da modelle e attrici sui social network e rilanciata UNIFORMEMENTE su tutte le riviste di moda. Un po’ incoerente come iniziativa commerciale per un marchio che si fregia del fatto di schifare “la massa” a tal punto da vietare a buyer e stampa di condividere le foto e i video dell’ultima loro collezione.

Se è vero che il quiet luxury ha dominato nello scenario delle tendenze a livello globale, è anche vero che il suo tallone d’Achille è la facilissima riproducibilità e interscambiabilità dell’offerta. Ma anche al di là del fatto che un design simile ed interessante lo si possa trovare a qualsiasi prezzo, perché mai si dovrebbe spendere 5mila euro per un cappotto The Row delle gemelline Olsen, se lo stesso concetto di capo dalla fattura eccezionale lo si può trovare in marchi come Brunello Cucinelli e Loro Piana che con il loro nome assicurano al compratore l’accesso ad un bene che è il top di gamma della manifattura e della tradizione italiana nel mondo?

Gemelle Olsen The Row VS Cucinelli, Loro Piana & Co.

Perché a questo livello di spesa, non si sta più parlando di prodotto: la qualità è una pretesa ovvia. Il cliente disposto ad acquistare capi di lusso silenzioso di questo tipo vuole, piuttosto, entrare a far parte di un mondo di valori e benefici a cui solo pochi eletti possono accedere. Questi sono pochi, ma preziosissimi, clienti che con la loro fedeltà bastano e avanzano al marchio per farlo prosperare. E’ per questo, che spesso le iniziative di marketing di questi brand passano inosservate, poiché in linea con l’esclusività del nome. La relazione stabilitasi con un marchio di questo livello non è poi così differente da uno sposalizio, dove i due futuri coniugi si offrono l’uno all’altro, stabilendo un patto di comunione d’intenti e impegnandosi a condividere valori, storia, tradizione e, persino, sacrifici pur di rimanere legati.

The Row brand delle gemelle Olsen, ultimo progetto di moda dopo una sfilza di lanci di marchi commerciali

Tralasciando il fatto che prima di vestire “Olsen-The Row” ci sarebbero una sfilza di marchi più credibili e più sicuri in cui qualunque persona dotata di senno e soldi investirebbe, come dicevo poco sopra, il lusso discreto e minimalista dal 2019 in poi (complici il successo di Daniel Lee a BV e la rincorsa delle PhoebePhilover ai pezzi Old Céline, nonché la complicata situazione finanziaria-politica) è diventato mainstream. In questo senso i marchi minimalistici e le collezioni dal design basico e algido si sono moltiplicati, nuovi nomi si sono affiancati alle vecchie guardie: si pensi a Tibi, Tove, Bevza o agli inossidabili Max Mara e Jil Sander.

Parliamoci chiaro, non c’è motivo di comprare un pezzo The Row e lo sanno anche le gemelle, che fin dalla fondazione dell’ambizioso marchio, si sono ben guardate dal pericolo di essere associate al marchio, dandosi alla macchia per anni, in modo da confondere le acque ai clienti più disattenti.

Le misteriose gemelle Olsen: quelle che hanno fondato un marchio di lusso dopo l’insostenibilità dei loro vari progetti moda low cost

Eh sì, perché seppur incensate dai connazionali del fashion sistema americano (zoppo di brand da insignire nelle loro patetiche cerimonie) e dagli attori amici di famiglia, rovistando nella vita delle gemelle Olsen si scopre che The Row sembra nascere nel 2006, ma insieme ad una sfilza di iniziative “alla moda” a dir poco tremende.

Intanto, in un non ben precisato tempo (inizi anni 2000), segnalerei il loro debutto nella moda nel “prestigioso” mercatone WalMart ( il cui slogan è “Save the money, live better“)con una linea per ragazze dai 4 ai 14 anni (prezzo consigliato 18-30 $).

Secondo gli archivi storici nel 2006 le gemelle avrebbero fondato The Row, ma non si capisce se prima o dopo la partnership con il marchio di cui solo un americano potrebbe essere fiero: Badgley Mischka.

Poco importa, perché nel 2007 creano una nuova linea di moda chiamata Elizabeth & James, ispirata dai vari dettagli vintage tipici del loro stile personale* (? ? ?) .

Le gemelle Olsen sono così “lanciate con i lanci di moda” che non riescono ad allontanare il vizio di immettere sul mercato robaccia. Ecco che intorno al 2010/11 arrivano delle raccapriccianti collaborazioni con J.C. Penney con cui realizzano un’ulteriore linea di abbigliamento femminile chiamata Olsenboye, e una linea di T-shirt, StyleMint (anche qui prezzo consigliato 29$)*.

Sicuramente ho dimenticato qualche lancio, ma sono sicura che queste chicche vi basteranno per rilfettere.

The Row delle Olsen non sarà mai credibile per gli Europei

Questo è quello che penso. Nonostante i potenti finanziatori, nonostante il forzato accostamento all’architettura e all’arte (su cui spingono in modo ossessivo), il successo del marchio non varcherà l’Oceano, nonostante le speculazioni, nonostante quello che dirà la stampa. In Europa, siamo vecchi, una popolazione vecchia e con una storia ineguagliabile di cultura, creatività e intuito (d’accordo, non molti, ma chi si intende di moda si presume di sì) non saremo mai tanto ingenui da non fiutare la classica americanata studiata a tavolino da qualche arricchito. Nonostante le speculazioni attuali sui marchi minimal, sull’aumento smodato dei prezzi del settore e, nonostante, il mercato dei ricchi idioti americani faccia ancora gola a molti, io nelle gemelle Olsen non avrei investito nemmeno il costo di una Barbie.

foto copertina presa da Acrimonia.it

*cerca su google la storia delle scarpe The Row scomode o di quelle tolte dalla produzione che si rompevano.

*https://it.wikipedia.org/wiki/Mary-Kate_e_Ashley_Olsen

*trovate tracce su Facebook

Come far innamorare una persona che ci attrae

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