Come si comunica oggi? Con il gioco e la leggerezza

Come si comunica oggi? In tanti modi e, purtroppo, spesso, ancora sbagliati e noiosi. Nonostante ogni giorno si scrivano paginate di teorie barbose sui nuovi orizzonti comunicativi e si cerchi di penetrare il discordante e sfuggente profilo psicologico dei Millennials, potremmo semplificare il quadro della situazione con la metafora dei palloncini.

La comunicazione vincente è come un palloncino colorato. Ci piace, perché è fatto di leggerezza e la sua essenza è il gioco. Quanto dura? Il giusto. Il tempo di una festa.

Sulla leggerezza e sul gioco.

Come si comunica oggi? Tutto quello che vogliamo in quanto prosumer è alleggerirci di qualche peso. Ho scritto leggerezza, non demenza. E credetemi: è molto più facile redigere un articolo di cronaca nera, che esercitare la pratica della piacevolezza senza scadere nella stupidità.

Il frivolo, se fatto bene, è un condensato di creatività che fa del banale qualcosa di eccezionale, forse indimenticabile.

Magari non ci avete mai pensato, ma c’è un sottile filo di magico che collega intrinsecamente: gioco, creatività e leggerezza. Ecco cosa ne pensano gli psicologi:

Il gioco è sempre un’esperienza creativa: forse solo mentre gioca il bambino, o l’adulto, è libero di essere creativo, ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé […]è la percezione creativa più di ogni altra cosa che fa sì che l’individuo abbia l’impressione che la vita valga la pena di essere vissuta” […]vivere creativamente è una situazione di benessere fisico e psicologico.*

La creatività è un gioco. Il gioco deve essere divertente. Per essere divertente, deve parlare di cose che si vogliono sentire. Le cose che si vogliono sentire sono leggere, ma ben elaborate. Un po’ come quelle che si leggono su Elle ogni mese. Il tema di questo articolo mi è venuto in mente proprio mentre mi gustavo, come di consueto, l’editoriale di Danda Santini (v. Come si diventa giornalisti di moda). Poche righe, ma fantastiche. Le tre parole chiave? Lusso, felicità, gioco.

La settimana scorsa è stata memorabile dal punto di vista della comunicazione. Nel giro di due giorni abbiamo assistito allo sbarco di Gucci su Snapchat e di Donatella Versace su Instagram. Il primo ci ha dato appuntamento sull’applicazione dei teenager per presentare la pre-fall 2016, in via “confidenziale”. La seconda, ci ha dato le chiavi della sua vita privata per farci vedere quanto possa essere simpatica, benché se ne dica. Due azioni importantissime per prevedere il futuro della comunicazione. La verità è che i big del lusso, pur di citofonare al nostro campanello con dolcetti e scherzetti, farebbero qualsiasi cosa.

Il gioco e il frivolo sono il nuovo marketing.

Messaggi semplici, divertenti, empatici servono a rendere il lusso un qualcosa di raggiungibile. Il gioco, la leggerezza e la creatività non sono altro che i fondamenti di una materia caduta nel dimenticatoio per troppo tempo: l’educazione al sogno possibile. Oggi, fondamentalmente, ci stanno solo rieducando al sogno, e lo stanno facendo nel modo più semplice possibile: quello dei bambini.

“Solo nel giocare è possibile la comunicazione”

D. Winnicott