Métiers D’Art Chanel 2016/17: e sai già cosa aspettarti, purtroppo
Métiers D’art Chanel 2016/17: tutta colpa delle particolari fissazioni di Karl . Può passare Cara, possiamo digerire la piccola Paradis-Depp, ma Pharrell Williams con giri di perle e Kippah di pelo no.
Sfilata Métiers D’Art Chanel al Ritz: idea brillante, ma…
Sfilata Métiers D’Art Chanel al Ritz, per richiamare i consumatori nella città. “Paris Cosmopolite”, siamo nel quartier generale di Coco. Partiamo dalla scenografia. Il Ritz sarà anche stata la casa di Chanel, ma quella luce, quei mobili, quei colori proprio non rendono onore al minuzioso lavoro artigianale compiuto dalle pazienti mani dei “mastri” negli atelier. Tralasciando il design, sempre uguale, ma un po’ più bruttino di come lo ricordavamo, il risultato è che gli abiti si vedono, ma non si apprezzano. Inoltre, il solito giochino della passerella “recitata”( con le modelle che interpretano l’ambiente) non fa più scalpore, anzi, distoglie l’attenzione conducendo il fruitore a banalizzare quello che sta osservando. Una banalizzazione fuorviante che raggiunge l’apice della più totale desacralizzazione del marchio quando entra il sopraccitato Pharrell Williams ingioiellato. Di lui avevamo un discreto ricordo, poiché aveva partecipato all’edizione di due anni fa dei Métiers (v. Reincarnation) con tanto di canzoncina, ma oggi, la domanda da fare a Karl sarebbe, ma perché?
immagini Métiers D’Art Chanel 2016/17 via Chanel.com
Lusso e entertainment, ma funziona?
Lusso e entertainment per favorire le vendite e ripopolare l’immaginario delle Maison. Ecco perché Karl persegue nel farci “divertire”.
[…]Even a brand that has a strong image cannot sit and wait and let that image fade” -Ortelli-
“E quindi ridi tu che rido anche io” Si balla e si danza, ma i ricavi nel 2015 hanno fatto registrare un forte calo, pure quelli riguardanti la divisione profumi e cosmetici, storico pilastro della Maison*. Quindi? Quindi è evidente che qualcosa non funziona, che qualcosa stride con la rappresentazione iconica del marchio lasciato da mademoiselle Coco.
Per giustificare il costo di un capo di lusso è essenziale che sussista una relazione congrua tra il valore del brand e il valore percepito dal cliente. Ecco perché Chanel dovrebbe ritornare ad essere una cosa seria. E forse Karl dovrebbe andare in pensione.
Il caso di Chanel, infatti, è particolare. Ancora una volta la sfilata non va in streaming e, soprattutto, l’evento accade, ma praticamente nessuno lo attende. In poche parole succede qualcosa che, a mio parere, non soddisfa nessuno, nè le élite, nè il popolo. Se le élite rabbrividiscono nel constatare l’ennesimo spettacolino popolato dai personaggi di MTV e si sentono defraudate dell’esclusività e del prestigio proprio di una Maison di lusso come Chanel, dall’altra parte il popolino si rende conto di doversi accontentare di qualche briciola sparpagliata a caso o in differita attraverso i social.
Insomma, tutti infelici e scontenti. Sembra.
“Abbiamo bisogno di più e più contenuti per mantenere viva l’emozione che offriamo ai nostri clienti“*- Bruno Pavlovsky– . Ma se i contenuti deformano la storia di un marchio?
Brand e contenuti: ecco la nuova sfida dei marchi
Brand e contenuti, contenuti e Alta Moda. Tutti parlano di content marketing e di storie, ma pochi hanno compreso come occuparsene. Il settore lusso sta inciampando in una trappola mortale. Una trappola che potrebbe rendere sempre meno giustificabile il suo consumo (v. Successo fast fashion).
Alta Moda per Cafoni
Alta Moda per Cafoni: l’errore è stato convincersi di poter parlare a tutti con le stesso codice linguistico e con gli stessi mezzi. I social hanno ingolosito i marchi spingendoli in direzioni sbagliate, snaturandone le identità. L’Alta Moda è diventata in gran parte una cosa per ricchi snob, appunto.
Sono tanti i marchi a giocare su questo passaggio, infatti, non è un caso che molti dei loro big spender provengano dalle nuove economie, quelle che per anni hanno vissuto all’ombra del capitalismo e che oggi si trovano a vivere una sorta di ondata consumistica simile a quella dei favolosi anni 80. E con questo salutiamo l’idea di lusso intesa come sublime tranquillità quasi contemplativa riassunta da Charles Baudelaire in “calme et volupté” e abbracciamo la formula di Thorstein Veblen: benvenuto “spreco cospicuo”*. Una cosa è certa: stiamo definitivamente perdendo l’idea di moda, come afferma Li Edelkoort, anche se mettere in discussione Chanel è ancora vietato.
Editoriale
*http://www.ilsole24ore.com/art/moda/2016-08-31/chanel-frenata-ora-spazio-filiera-e-riassetto-listini-110250.shtml?uuid=ADBqkICB
*https://www.businessoffashion.com/articles/intelligence/victorias-secret-vs-chanel-which-blockbuster-show-has-better-roi
*”La dea delle apparenze. Conversazioni sulla moda“, di Anna Maria Curcio, 1a edizione 2000, Franco Angeli Editore
bellaa!!!
http://www.befashion31.com/
Concordo con il tuo pensiero e poi tu sei semplicemente pazzesca in questi scatti. Kiss
“Casual e comoda con stivali donna Agorà” ora sul mio blog http://www.littlefairyfashion.com
in effetti non è piaciuta neanche a me l’idea di fare indossare le perle agli uomini, davvero nella moda si è già visto tutto?
Kisses darling
Bellezza pour femme – fashion blog di Marzia Amaranto
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Semplicemente fantastica, maglione fighissimo, ma davvero è di Zara???
Un bacione! F.
La Civetta Stilosa
L’analisi non fa una piega eli. la penso come te, ma questo si sapeva già.
tu bellissima, anzi di più
xxx
mari
http://www.ilovegreeninspiration.com
Amazing post 🙂 love all outfits
Top Indian fashion blogger
Fun shoot!
Kisses
http://blamod.com
Io credo che Karl L.non debba andare in pensione in quanto si tratti di un mostro nel settore della moda ed è riduttivo chiamare moda le sue meravigliose creazioni.
Alla sua età avere ancora la passione e la voglia di disegnare circa 12 collezioni se non di più è qualcosa di stupefacente.
Concordo pienamente con te quando parli del fatto di vedere una maison come Channel a “cadere” nella trappola del business di questi tempi.Probabilmente necessario per vendere? Mah…ho i miei dubbi.
Come diceva la Sozzani: La semplicità è più difficile da creare della stravaganza fino a se stessa…
Ho visto un pezzo di sfilata Channel… e Pharrel Williams descrive esattamente sto apparire (ridicoli a volte)a tutti i costi.
Vedere una Anna dello Russo più preoccupata a fare i video da condividere su Instagram che ha guardare la collezione mi ha fatto riflettere…
Ciao Erica, convengo con te, Karl è un mostro sacro, ma pur sempre un uomo. Ecco, secondo me c’è un momento giusto per tutto, anche per lasciare il fulcro della nostra esistenza (che per lui è il suo lavoro), fossi stata in lui avrei abbandonato in momenti più gloriosi invece do continuare un gioco piuttosto “sporco” con beniamini della massa come Pharrel Williams o i vari figlioletti famosi del caso.
Anna dello Russo???? (non la conosco 😉 )