Maratona Bim Bum Bam & Co : il revival anni 80 di domenica scorsa nasconde la disperazione
Maratona Bim Bum Bam dalle 10 della mattina fino alle 20, e va dritto dritto in tendenza su Twitter. La settimana scorsa a votare e questa “anestetizzati” sul divano. Sì, perché là fuori le cose sono molto più complicate di quello che una mente normale può pensare e poi è così faticoso essere cittadini attivi, forse è meglio farci una dose letale di Paolo Bonolis, Uan e dividere il disagio con Pollon e Creamy. Ma va bene anche Indiana Jones (che contemporaneamente andava in onda su Paramount Channel).
Maratona Bim Bum Bam: ma che colpa abbiamo noi?
Maratona Bim Bum Bam per crogiolarci nella nostalgia, per uscire da quella realtà ostile che ci ha esclusi dai giochi. Ma che colpa abbiamo noi poveri adultescenti intrappolati a metà del sogno, poveri deformati con la testa di bambino e il corpo da Signori?
Anni 80 dalla moda alla tv, dalla tv alla moda
Anni 80 il revival continua, il sogno non si sa. E non c’è da stupirsi se il ping pong tra media e moda insista proprio su questa decade, alla fine i 30-40enni di oggi hanno solo bisogno di essere rassicurati. Una sicurezza che non trovano nel presente e ripescano volentieri nel passato.
Giovani inconsolabili, troppe delusioni
Perché i ragazzi degli anni Ottanta alla domanda “cosa farai nella vita?”, rispondevano così: “Mi divertirò”.
[…]Oh girls just want to have fun .That’s all they really want, some fun
Senza responsabilità. Era l’infanzia del consumismo, l’alba dell’edonismo, non si pensava al dopo, si viveva e basta, inconsapevoli e sereni. Lo zeitgeist degli anni 80 imponeva come principi fondanti della società un benessere diffuso che avrebbe garantito a tutti una lieta permanenza, almeno su questa terra. ” “Se vuoi puoi“, era il mantra post-moderno dell’Homo faber fortunae suae. L’indomani era illuminato dalla certezza che sarebbe stato ancora meglio dell’oggi. La vita era consumata, non in senso negativo, ma nel modo più ingenuo che si potesse intendere, ovvero, vissuta al massimo delle proprie possibilità. La felicità? Era lì, si muoveva con le persone, praticamente consegnata in dotazione nel pacchetto base dell’esistenza. Essere felici non era un obiettivo da perseguire, ma da vivere quotidianamente. E per concludere, forse sì, si ignoravano molte cose, ah beata inconsapevolezza.
cavolo eli quante verità in questo articolo. Ma come ha fatto a passare così tanto tempo e noi a rimanere ancora quelle bambine o_O.
xxx
mari
http://www.ilovegreeninspiration.com
Complimenti Elisa, un’analisi lucidissima dei favolosi anni ’80 che noi abbiamo visto solo con gli occhi dei bambini.
Quanti ricordi!! *-*
Un bacione,
Mary
Fashion secrets of a pretty girl
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Quanti ricordi, mi hai fatto tornare bambina. Kiss
Nuovo post “Il Natale visto attraverso gli occhi dei bambini” sul mio blog http://www.littlefairyfashion.com
Questo post ha catturato subito la mia attenzione.
I cartoni della mia infanzia!
Buon mercoledì, DadieB. ~
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