Rei Kawakubo a New York: e non chiamiamola anti-moda
Rei Kawakubo a New York? Ebbene sì. No, non è un caso che Anna Wintour abbia scelto proprio Lei (classe 1942) come protagonista della celebre mostra annuale al Metropolitan Museum of Art Costume Institute.
“Se pensassi solo ai vestiti la mia mente sarebbe troppo ristretta” R.K
A questo punto viene da chiedersi se il 2017 sarà l’anno della moda colta. Dopo tanto frastuono, troppa velocità, troppa popolarità, insomma, troppo di troppo, la scelta di
Rei Kawakubo parrebbe agire sul sistema un po’ come
un freno a mano. O meglio, come una bomba atomica. La stessa bomba atomica che sganciò proprio la Kawakubo nel 1981, a Parigi, proponendo il suo “anti-stile” decostruttivista in un momento in cui venivano acclamati nientepopodimeno che: Versace e Mugler.
“Hiroshima chic“, così fu definito il pensiero anticonformista, austero, palpitante di innovazione, ma snocciolato con incredibile parsimonia dalla designer Giapponese. Sì, perché il fattore tempo è sempre stato qualcosa che non la riguardava:
“le idee le arrivano in modo lento e incostante“*
Rei Kawakubo è la via per capire il minimalismo concettuale
Rei Kawakubo è la sorgente di tutto quello che amiamo indossare. La riscoperta di questa designer non sarà più solo un affare da
radical chic, almeno, non dopo la mostra a New York del prossimo maggio.
Japan chic 2017: è la catarsi
Japan chic 2017, quello che dal Giappone approdò a Parigi negli anni Ottanta sarà la vera tendenza a cui ci affideremo. Altro che il post-soviet style di
Demna Gvasalia, il “
revolutionist“, non ha inventato niente. Che dire poi del minimalismo di Calvin Klein -tornato in voga ultimamente- e della “povertà” con cui Prada si inserì nel mercato degli
anni Novanta? In principio furono loro: Rei Kawakubo, Issey Miyake, Yohji Yamamoto and Kenzo Takado (non a caso gli stessi che avranno influenza maggiore sulla
scuola di Anversa).
L’orientalismo (puro) nella moda inizia tra la fine degli anni 70 e i primi
anni 80: per la prima volta, infatti, la cultura Orientale, approda a Parigi, plasmata e interpretata da designer Giapponesi, senza alcun filtro egemonico Occidentale. Così com’era: nuda e cruda. In una parola, vera.
Tendenze moda 2017?
Una cosa è certa, di sicuro ci purificheremo. L‘esigenza di minimalismo, già in atto, si riverserà sulla massa come una medicina necessaria, come l’acqua calda dopo l’indigestione.
Gli interessi terreni di un uomo sono tutti agganciati, abbottonati e tenuti insieme dagli Abiti.
Thomas Carlyle, Sartor Resartus, Libro I, Capitolo VIII*
E tra gli interessi terreni, da quest’anno figurerà anche quello spirituale. Così, forse, ci ripuliremo. Sì, dal superfluo più osceno e dall’eccesso più odioso. Nel modo più invasivo e, talvolta, destabilizzante possibile, se necessario.
*http://www.ilpost.it/2015/10/28/rei-kawakubo-comme-des-garcons/
*Il linguaggio dei vestiti, A.Lurie, 2007, Armando Editore Roma
Camicia: Asos White (v. “Maniche lunghe ampie e d’impatto“)
Pantaloni e stivali: Lost Ink
I tuoi racconti sono sempre una fantastica scoperta.
Sei bellissima in questi scatti. Kiss
“L’attesa e lo “spacchettamento” dei regali di Natale” ora sul mio blog http://www.littlefairyfashion.com
Quanto mi piacciono le tue foto! Sono stupende! Le guardo sempre con ammirazione!!! Buon anno carissima !!
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i tuoi editoriali vanno letti tutti d’un fiato
Kisses darling
Bellezza pour femme – fashion blog di Marzia Amaranto
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Editoriali sempre interessanti, tante cose che non sapevo! Tu spettacolare in questi scatti, voglio quella camiciaaaaa!
Un bacio bella! F.
http://Www.lacivettastilosa.com
io neanche la conoscevo sai?!? beh io adoro la cultura orientale quindi non vedo l’ora di vederne di più.
camicia favolosa.
xxx
mari
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