Millennials Italiani VS Futuro: che ne sarà di noi?
Millennials Italiani VS Futuro. Il futuro sembra arrivarci addosso a secchiate. Ogni giorno e bello ghiacciato. Ma questo futuro, chi lo vuole?
What are we going to do with all this future?
Coco Capitán for Gucci fall winter 2017/2018
Il fatto che il massimalismo di Gucci violenti con tanta insistenza il passato e abbia così tanto successo, è la massima espressione di quanto ai giovani -nostri coetanei-, “tutto questo futuro”, faccia un sacco paura. Dissimulare il presente con una parata convulsa di codici vestimentari obsoleti, ma riconoscibili, avrebbe l’effetto di un placebo, o, forse meglio, di una droga in grado di traghettare i” bimbi” sperduti e infelici in un’isola fatta di musica e gaiezza, di libertà e spensieratezza, almeno per qualche ora.
Chi sono i bimbi sperduti? I millennials, quelli nati tra il 1982 e il 2000, ovvero, l’oggetto di studio prediletto dei vari team di comunicazione e marketing delle aziende.
Millennials Italiani, processo al futuro: “insieme a te non ci sto più vedo le nuvole lassù”
Il futuro che abbiamo vissuto fino ad oggi è stato ampiamente irriconoscente nei nostri confronti, piccoli giudiziosi sapientini (quasi tutti laureati)ripieni di massicci saperi inutili (nonché dimenticati). Questo futuro ingrato è colpevole di avere cancellato completamente dalla scenografia tutto quell’orizzonte di credenze ammucchiate un dì lontano dai nostri vecchi, mentre qualcun altro, da dietro le quinte, ci prometteva che saremmo diventati la cosiddetta “futura classe dirigente”.
Qualche dato
Siamo la generazione con il più alto tasso di disoccupazione, infatti, su cinque, quattro dei nostri coetanei si sentono ai margini della società. Una società dove oltre il 46% degli occupati svolge un un lavoro di livello più basso rispetto alla propria qualifica. Tutto questo futuro per chi? La metà del capitale umano non viene valorizzata da nessuno.
Il vantaggio della crisi: spingere i giovani a valorizzare le proprie potenzialità da soli
I nostri genitori aspettavano di essere assunti da qualcuno, pochi di loro facevano qualcosa per loro stessi. La crisi ha risvegliato uno spirito di intraprendenza individuale inaspettato:
secondo l’aggiornamento 2016 del Ministero dello Sviluppo Economico, le startup fondate da imprenditori under 35 sono circa 1.200 in tutto il Paese, quasi un quinto del totale ma il quadruplo rispetto alla quota delle società di capitali con prevalenza giovanile (6,4%)”*
Il vantaggio della crisi, quindi, sta nel mettere in discussione la tradizione e le vecchie abitudini. Chi ce la fa, ha smesso di cercare stabilità e contratti a lungo termine. Insomma, ha smesso di pensare al futuro, come si faceva in passato.
La crisi ci può fare diventare grandi, per davvero.
Può stimolarci ad affrancare la nostra individualità fuori dall’ordinario. La tecnologia ci ha dato mezzi e canali per sviluppare attività e mansioni nuove in modo indipendente e autonomo, ma tocca servirsene al meglio giocandosi la carta dell’istinto e dell’intuizione.
Non tutte le prigioni hanno le sbarre: molte sono meno evidenti ed è difficile evadere perché non sappiamo di esserne prigionieri. Sono le prigioni dei nostri automatismi culturali che castrano l’immaginazione, fonte di creatività.
Henry Laborit
La creatività potrebbe rendere il futuro un posto abitabile, di nuovo
Forse, se non hai ancora trovato il lavoro giusto per te, è perché non l’hai ancora inventato.
immagine copertina via pinterest.com
*http://www.dema-uc.com/2017/03/28/modo-migliore-avvicinarsi-ai-millennials/
Vabbè hai una collezione di questa camicie strepitose una più bella dell’altraaaa!!! Sei splendida in total white e poi questa location è pazzesca!
Un bacione! F.
La Civetta Stilosa
Sempre spettacolare Elisa!
Fantastico il tuo look total white,
bellissima la camicia particolarissima e location da urlo!
Baci baci<3
Martina
http://www.pinkbubbles.it