Milano fashion week 2020 sfilate. Ecco il riassunto
Milano fashion week 2020 sfilate con il Coronavirus
La Milano Fashion Week si apre con un omaggio alla Cina, ovvero con il défilé di tal Han Wen, fashion designer che vive attualmente fuori dal suo paese e quindi non è soggetto a restrizioni di movimento e, soprattutto, non è affetto da Coronavirus. Il poverino, però, viene ugualmente isolato dal resto della kermesse, la sua esibizione avviene infatti un giorno prima dell’inizio delle sfilate e presentazioni delle grandi firme, ma alla fine, è il pensiero che conta. E proprio con il pensiero la Camera della Moda di Milano si fa sentire forte con il suo slogan “China we are with you” un simpatico motto che si insinua nelle orecchie un po’ come le godibilissime, quanto amare sentenze di Cetto La Qualunque, per scongiurare che il Quadrilatero diventi come il muro del pianto di Gerusalemme.
Ma se Milano prega per la Cina, chi prega per Milano?
Sabato 22 febbraio il Coronavirus arriva a Milano: Beppe Sala raccomanda ai Milanesi di evitare la socialità, ma c’è ancora la Fashion Week. Oggi, domenica 23, Armani e Biagiotti annullano le sfilate, le scuole vengono chiuse e i supermercati presi d’assalto.
Milano we are with you
Se fino all’altro ieri ad affliggere gli animi dei commercianti e dei padroni d’industria erano le mancate presenze Cinesi tra le vie dello shopping, in queste ore la situazione è precipitata.
Il Coronavirus, infatti, è ufficialmente entrato in Lombardia, il focolaio della paura dista poco meno di 40 km da Milano e il pericolo di fare la fine della regione cinese di Hubei non è più una visione apocalittica, ma una possibilità a cui pensare.
46 contagi in Lombardia (di cui 2 decessi), 1 a Torino e 2 in Veneto, eppure dentro le mura di illusioni del lusso, la giostra del glamour ha proceduto a falcate fino ad oggi domenica 23 febbraio, come immune da qualsiasi piaga, come tutelata da qualche santità superiore.
Parlare di abiti e accessori potrebbe essere quasi osceno, blasfemo, dato che l’unica cosa che va a ruba sono le mascherine, eppure, si parla ancora di vestiti e borsette, anche se le uniche occasioni di sfoggio di tali superflue delizie potrebbe essere la propria camera da letto.
Milano Fashion Week 2020: il meglio delle sfilate
Nonostante sia stato Gucci il marchio più ricercato negli ultimi 12 mesi (analisi SEMrush) il marchio soffre e noi con lui, perché dopo 6 anni le “Gucciate” di Alessandro Michele non funzionano più, se hai più di 25 anni. Le sue ossessioni siano queste di tipo cinematografico, esoterico, storico, artistico o sociale hanno sicuramente contribuito a creare uno stile “Gucci” a cui il mondo non era preparato, ma a cui, quello stesso mondo, fa altrettanto in fretta ad abituarsi. E, detto tra di noi, anche con tutta la buona volontà, ma cosa ci rimane dopo la fruizione della solita bizzarra collezione di Gucci?
Se non si può non comunicare, non si può nemmeno non vestire. Ma in questo tempo impestato di paura e morte, il messaggio non può più permettersi di sostituirsi al vestito e il vestito non può slacciarsi dal suo potenziale utilizzo quotidiano. Un quotidiano impregnato di precarietà e bisognoso di soluzioni pratiche, proprio come dovrebbero essere gli abiti.
I vestiti del 2020 devono poter essere pensati per essere indossati, anche se non abbordabili per la maggior parte della popolazione, questi non possono più permettersi digressioni e o acrobazie ultraterrene e accostamenti artificiosi. Si ha bisogno di concretezza, pragmatismo. Le disconnessioni con il reale diventano insopportabili.
Ed è in questa direzione che compatti avanzano Prada, Salvatore Ferragamo, Versace, Bottega Veneta, Tods e Jil Sander i migliori della Milano Moda Donna Autunno Inverno 2020.
Una moda protettiva, sensuale e avvolgente. I corpi si abbandonano nei capispalla cocoon e si caricano di potenza nei blazer dalle spalle spigolose. Sono collezioni dove gli accostamenti di tessuti invogliano il fruitore a farsi palpare con lo sguardo. Le uniformi trovano un perfetto, precario, ma voluttuoso equilibrio nel loro essere femminili e maschili nel medesimo tempo. Le profonde scollature sono tutte per la schiena, che essendo il punto più esibito, diviene di diritto il simbolo dell’erotismo della donna contemporanea riluttante, eppur audace nella mostrazione del corpo nudo.
Per riassumere le tendenze della prossima stagione si concentreranno su:
cappotti cocoon, frange a go go, maniche elaborate e giganteggianti, uniformi in pelle eco, blazer scolpiti e oversize. La parte superiore del corpo suggerirà mascolinità, mentre quella inferiore una sofisticata femminilità.
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