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Analisi & Approfondimento

La colonizzazione di Arnault: in un’estate nei “LVMH Brands” anche Pucci e Etro

Una scorpacciata di marchi Italiani, ma non solo, la razzia Gallica portata avanti dall’uomo più ricco del pianeta è inarrestabile, ora nella costellazione dei LVMH brands anche Pucci e Etro, ma anche Off-White e il nuovo marchio di Phoebe Philo.

Bernard Arnault, classe 1949 è l’imperatore del mondo del lusso. Il suo fiuto per gli affari lo porta a rilevare nel 1985 il gruppo tessile Boussac Saint-Frères (in fallimento), seguiranno l’acquisto della presidenza del Consiglio di amministrazione di Maison Christian Dior e la fusione tra Louis Vuitton e Moët Hennessy (LVMH). Dagli anni Novanta ad oggi lo shopping di marchi da parte della famiglia ha interessato sia il settore beauty, che la gioielleria, che i vini.

Quali sono i “LVMH brands” oggi?

Era solo giugno 2021 quando Laudomia Pucci, figlia del fondatore della casa di moda fiorentina, vendeva l’ultimo 33% delle quote alla famiglia Arnault (che già dal 2000 ne possedeva la maggioranza). Di ieri è l’ufficializzazione del passaggio del 60% delle quote della stanca casa di moda Etro al fondo di private equity L Catterton il cui maggiore sottoscrittore è sempre LVMH di Arnault.

Di oggi è la notizia della rilevazione del 60% di Off-White, la casa di moda fondata dal noto personaggio Virgil Abloh amichetto di Kanye West, già nominato nel 2018 direttore artistico di Louis Vuitton Uomo al posto di Kim Jones.

LVMH come predator: anche Phoebe Philo nella galassia LVMH

Arnault non molla il business sopito o in stan-by intorno al nome di Phoebe Philo.

Phoebe Philo è stata direttrice creativa dal 1997 al 2006 in Chloé, ma è conosciuta e venerata soprattutto per i suoi 11 anni in Céline con l’accento (old Céline), dove si è resa portavoce della moda modesta intesa come stile asciutto e discreto che diviene forma pensiero e viceversa.

Ed è così, che piuttosto che lasciare in libertà una preda talmente succulenta e rara alla mercé di un competitor come Pinault (Kering)che LVMH mette le mani in qualità di investitore di minoranza in quella che sarà l’etichetta di lusso della designer e della quale si attende il lancio per il prossimo gennaio 2022.

Oggi i LVMH brands facenti parte del settore moda sono:

Dior, Louis Vuitton, Fendi, Berluti, Celine, Emilio Pucci, Givenchy, Kenzo, Loewe, Marc Jacobs, Bulgari e Loro Piana a cui si aggiungono le recenti partecipazioni in Etro, Off-White e Phoebe Philo.

E’ proprio vero che la crisi ingolosisce chi ha già la pancia piena. Ecco perché i ricchi diventano sempre più ricchi e i “poveri” sempre più poveri, si chiama “Effetto San Matteo”

«A colui che ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Vangelo secondo Matteo 13-12

Era il 1968 quando il sociologo americano Robert K. Merton, padre del Nobel per l’Economia Robert C. Merton, si riferì a questo passo del Vangelo secondo Matteo. Il sociologo parlò dell’ Effetto San Matteo per studiare il crescente divario tra classi sociali non solo in termini di ricchezza, ma anche di cultura e risorse. Lo descrisse come un fenomeno che si manifestava come una sorta di spirale da cui sarebbe stato impossibile sortire cambiando regole e ruoli degli attori.

Nella pratica questa teoria fotografa una realtà che dimostra come, nonostante gli eventi globali, i vantaggi iniziali detenuti da una ristretta élite di personaggi tendano solo ad accumularsi e amplificarsi

Per quanto riguarda l’inserimento delle più storiche case di moda italiane nelle galassie dei Lvmh brands o dei Kering, l’orgoglio gioca dei brutti scherzi, ma i nostri imprenditori non avrebbero mai potuto mai reggere la sfida del mercato contro quei competitor già fagocitati dalle due conglomerate.

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