Le mode sono l’espressione esterna dello stato mentale di un paese, e se uomini e donne degenerano nel carattere, le loro mode diverranno assurde.
Franz Hartmann, Magia bianca & nera, pag 132, Edizioni Mediterranee
Sfilate primavera estate 2025, la carrellata di passerelle che doveva interrompere la pesantezza di odio e atrocità diffusa nel nostro quotidiano dai vari “portatori di luce” (luciferini, appunto) e armi è riuscita, ma solo in parte.
Solo in parte, perché molte, troppe sfilate donna primavera estate 2025 sono state un’esibizione inutile, per non dire assurda, di mucchi di abiti indesiderabili. La percezione era di essere giunti ad un appuntamento inderogabile o che avesse colto impreparati i vari creativi.
Poche idee, di cui tante, gestite e indossate malissimo. I tentativi di rendere queste scelte “intellettuali” o solamente plausibili, poi, le ha rese ancora più odiose. Ecco qualche appunto delle sfilate più rappresentative della moda donna primavera estate 2025.
Prada primavera estate 2025
Prada SS25 la moda antialgoritmo è brutta o siamo brutti noi? Si tratta di una provocazione declinata in accostamenti casuali o simbolismi segreti (?)* .
Non c’è una collezione, non ci sono tendenze che trascinano la narrazione, non ci sono persone, ma, insettoidi travestiti da umani. “lmprevedibilità come misura della creatività umana” dice Miuccia, ma allargando il discorso, forse, la moda, non ha nemmeno più bisogno di creativi, tutti possiamo essere Miuccia, evitando di seguire Prada.
Missoni Primavera Estate 2025
Filippo Grazioli, per la sua ultima sfilata ha creato un Missoni che pur rispettando i codici tradizionali appare incredibilmente e, forse, definitivamente svecchiato.
A mio parere è una delle pochissime collezioni milanesi degne di essere menzionate per questa stagione. Tridimensionale, leggero, ipnotico e attraente. Peccato, apprendere che sia stata la sua ultima collezione, aveva finalmente tolto l’odore di naftalina dalla casa di moda fondata nel 1953 celeberrima per la sua maglieria artistica.
Saint Laurent Spring Summer 25
Sotto l’occhio di Sauron, Vaccarello annienta la donna sotterrandola sotto divise da impiegato anni 80, ma le offre l’alternativa: la prostituta. Non c’è progressismo nel travestirsi da uomo, per una donna.
Come contraltare alla proposta da giorno abbiamo la figura della prostituta. La sera la donna si strappa il costume e si agghinda con colori accesi: pizzi, bolero damascati e layering di tessuti per fasciare il sedere. Se questa è una rivincita… A intervallare la repellente dicotomia qualche uscita etno-gipsy di cui non trovo spiegazione.
Chloé sfilata primavera estate 2025
Suonano le campane sotto un motivetto radioso. Non mi sono mai sentita una donna Chloé perché troppo “girly” e romantica, oggi, però ho quasi amato il lavoro di Chemena Kamali. Infatti, non sono più disposta a tollerare la moda che si fa strumento della propaganda. I messaggi sull’uguaglianza tra generi sono solo un inganno creato da qualcuno che è profondamente misogino. Mettiamoci l’anima in pace, perché uomo e donna non saranno mai uguali e chi lo nega è in mala fede. Simpatica la biancheria intima Belle Époque riadattata per il giorno.
Sfilate primavera estate 2025: CELINE l’ultima sfilata di Hedi Slimane
La precarietà della bellezza. Tratto da un film di Hedi Slimane.
Hedi Slimane non è inclusivo e nemmeno ci ha mai provato. Hedi Slimane sfodera cliché facili: accosta primissimi piani di belle donne agli agnellini infiocchettati, la memoria di un’estate da rêve alla grandezza e allo sfarzo architettonico francese. Hedi Slimane ritorna negli anni 60 con stile e make-up. Hedi Slimane ti porta via. “Facendo finta che”, giusto il tempo di una canzone sul giradischi, ci slaccia dalla pesantezza del quotidiano con un bouquet di finezza. La malinconia è meravigliosa, soprattutto, verso qualcosa che non c’è mai stato. È un sentimento profondo che scava nel vissuto comune di tutte noi, quando ripensiamo all’estate.
È banale, certo, ma non lo è. La sua regia non lo è, la sua fotografia non lo è.
Slimane è fuori dalla giocoleria dello spettacolo, ma è dentro la moda nel suo concetto più alto di esclusività e bellezza e la sua creatività merita di farsi pagare bene. Almeno per il momento.
Se non porti la gente fuori da questo mondo, non stai facendo un prodotto di lusso.
Maison Alaïa SS 25
Pieter Mulier consacra al Guggenheim di New York il suo lavoro per Maison Alaïa.
Maison Alaïa ( gruppo Richemont) si afferma ufficialmente come uno dei tre o quattro marchi di moda lussuosa più rilevanti e raffinati, nonostante l’avvilente contesto contemporaneo. Mulier ha un passato trascorso a fianco di Simons, passando poi per Jil Sander, Dior e Calvin Klein -sempre con Simons-.Dei suoi studi in architettura e design ritroviamo la disinvolta inclinazione alla progettazione dei volumi e del tessuto in movimento. Dal suo passato stilistico emerge l’estetica essenziale, ma non rigida, anzi vaporosa e avvolgente. Le silhouette emanano un eccezionale senso della proporzione mentre la sensualità algida e cerebrale delle forme applicate al corpo femminile elevano il marchio nell’Olimpo dei marchi più esclusivi del 2024
Pieter Mulier ha creato qualcosa di credibile e, per il mondo di oggi, è qualcosa di incredibile.
Tendenze moda primavera estate 2025
Consumato anche calendario delle sfilate di Parigi 2024/2025 ho messo a fuoco quelli che saranno i leitmotiv della prossima stagione: leggerezza, impalpabilità e trasparenze si contrapporranno alla rigidità della pelle e ai tagli geometrici e taglienti in stile anni Sessanta. Il minimalismo, rimane un caposaldo dell’offerta, oltre ad essere una garanzia di buon gusto -> marchi da seguire: Tove, Bevza.
Sul finire del 1700 la moda delle leggiadre “merveilleuse” abbigliate alla moda greco-romana, solo con sottili vesti nasceva nel periodo di transizione del Direttorio come replica al regime del Terrore post rivoluzionario. Come in quel periodo si avverte la necessità di alleggerire e-tentare- di rifiorire. Nelle sfilate primavera estate 2025 la moda tenta di lenire l’orrore dei tempi alleggerendo la silhouette che di fatto si ritrova nuda, cinta solo di veli impalpabili e pizzi. E’ rincuorante ritrovare nella moda la femminilità sotto forma di ninfa, nereide o dee ancestrali. La biancheria intima si fa notare anche sotto blazer importanti. Sì a corpetti e bustier in stile Dolce e Gabbana. Il bianco, il nero e una palette dai colori cipriati e terrosi sono una certezza che non passa mai di moda.
*Gli anelli incrociati potrebbero richiamare alla mente dei nodi? I nodi nelle opere d’arte sono sempre simbolo di qualche vincolo, patto o segreto
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