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<h2>Celine Hedi Slimane. Céline senza accento, perché?</h2> <strong><span style="text-decoration: underline;">Celine Hedi Slimane. Al di là del bene e del male, il fattore diversità che tutto muove.</span></strong>Hedi Slimane torna a casa LVMH. Dopo 10 anni di sobrietà, Phoebe Philo, l'alchimista della discreta, minimale, uniforme borghese per eccellenza viene sostituita dall'irruenza dark dell'ex direttore creativo Dior Homme. Il primo animale da social, la seconda allergica. Patron Arnault vuole distaccare Kering e siccome la riluttanza ai social oggigiorno è ben poco gradita, <a href="https://www.theladycracy.it/2018/01/28/hedi-slimane-oggi-e-la-rivoluzione-annunciata-in-casa-celine/">Hedi Slimane</a> diventa la chiave perfetta per traghettare <a href="http://www.celine.com/en-int/part1/">Celine</a> verso la popolarità di massa. <h3>Scenario</h3> Prima di proseguire, occorre, avere bene a fuoco la scenario, perché l'inconsistenza di fatti, cose e persone si è ormai palesata con tutti i suoi effetti collaterali. Questa è la penitenza endogena dell'era digitale. Si vive la smaterializzazione dell'esistere in righi e righi di linguaggi binari inclini alla metamorfosi indiscriminata <p style="text-align: center;"><strong><span style="font-family: 'courier new', courier, monospace; font-size: 10pt;">Tutto va e viene senza lasciare traccia, punto dopo punto, in una linea retta che non ha né inizio, né fine.</span></strong></p> Perduta l'orma precisa e rassicurante dell' "originale", il corporeo lascia il posto al virtuale, la realtà alla finzione, la bellezza allo spettacolo, e, insieme a ciò, si smarriscono in qualche emisfero di infinite possibilità <strong>anche i concetti di prima e dopo, di passato e futuro.</strong> <h4>Il rumore è la costante, per questo il baccano, la provocazione,</h4> il clamore e il dileggio sono ancora preferibili ad un più soffuso e modesto approccio di stampo intellettuale: il primo scuote e provoca l'azione, il secondo richiede tempo e riflessione prima di produrre un qualsiasi atto.In questa<strong> confusione di tempo, spazio e finzione</strong>, come in una sorta di cecità/imbecillità indotta dall'illimitata coesistenza pornografica di immaginari possibili e fruibili, ecco che <strong>l'elemento diversità</strong> si va a inserire a tutti gli effetti come unico punto di riferimento perseguibile per ingannare l'angosciante convergenza delle coordinate in un presente illimitato, indefinito e senza senso. <h2>Céline o Celine: una interpretazione</h2>