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<h1>Dipendenza da Instagram: siamo esausti, ma pochi lo ammettono</h1> Dipendenza da Instagram: fateci uscire dalla caverna!All'inizio del libro settimo de "La Repubblica", Platone racconta quell'inquietante storiella dei tizi incatenati in una caverna, completamente<strong> incapaci</strong> di distinguere la realtà dalla finzione, la verità dalla menzogna. <h4>Ripassando velocemente il mito:</h4> Nelle profondità di una caverna degli infelici giacciono fin dalla nascita costretti all'immobilità e all'oscurità. Dietro di loro, all'esterno, la luce di un fuoco permette ad altri uomini di mettere in scena una sorta di "teatrino". Questi ultimi, infatti, si dilettano nel proiettare strane ombre sulla parete davanti ai prigionieri utilizzando diverse forme. Il "<strong>teatrino"</strong>, quindi, inganna i prigionieri sulla natura delle ombre e li induce nel credere che siano l'unica realtà possibile. <h3>Una realtà di ombre. Una realtà filtrata, una falsa realtà</h3> Fa rabbrividire il parallelo con la nostra condizione di prigionieri Social no?"Prigionieri", sì, l'ho detto, perché la nostra libertà non è mai stata così tanto <span style="font-size: 18pt;">illusoria</span> come oggi. Ma esaminiamo la nostra condizione.Prima di qualsiasi altra cosa (scienziati, pr, cantanti, trasportatori di iceberg, plurilaureati ecc.) siamo umili, ignari schiavetti "assunti con contratto a tempo indeterminato" da Mark Zuckerberg -o chi per lui- il quale, <em>ça va sans dire</em>, fa business. A costo anche di annientarci. <p style="text-align: center;"><span style="font-family: 'courier new', courier, monospace;">Ognuno di noi vive nel proprio mondo. Dalle nostre postazioni ha inizio la <strong>deformazione</strong> della realtà. </span></p> Una brutta faccenda dato che gli stessi artefici di Facebook e Instagram si guardano bene dall'utilizzarli no? (fatevi un giro su Google, scoverete cose che voi umani [..] altro che fake news) <h3>Trappola mortale, sì, ma da Social Network</h3> Ho iniziato questo sermone con il celebre Mito della Caverna, perché non è un caso che sia stato citato la scorsa settimana proprio nel pezzo di<a href="https://www.businessoffashion.com/articles/opinion/op-ed-the-dark-side-of-social-media?utm_source=twitter.com&utm_medium=socialshare&utm_campaign=bof"> Emma Hope Allwood</a> (digital di Dazed), articolo "bomba" dove viene raccontata con grande lucidità e onestà la <strong>dimensione tossica</strong> della<span style="font-size: 18pt;"> dipendenza da Instagram.</span> <h2>La verità è che tutti noi abbiamo un segreto: siamo esausti. Instagram è il male, lo sappiamo, ma è difficile ammetterlo pubblicamente</h2>