<!-- wp:heading {"level":4} --> <h4>Moda streetwear 2019: con Parigi si chiude il sipario, è ufficialmente morta</h4> <h4>Nuntio Vobis gaudium magnum: lo streetwear è ufficialmente morto</h4> <!-- /wp:heading --> <!-- wp:paragraph -->Rimane da chiedersi cosa ne sarà di Louis Vuitton (uomo) consegnato, a questo punto troppo precipitosamente, nelle mani di <a href="https://www.theladycracy.it/2019/01/20/virgil-abloh-louis-vuitton-la-sua-influenza-sul-menswear-e-tossica/">Virgil Abloh</a>, lo stesso Abloh che continua a fare quello che sa fare, ovvero, oltre al rumore poco e niente. Il suo "Bagaglino" spruzzato di cocotte modello<a href="https://www.theladycracy.it/2015/11/11/victorias-secret-fashion-show-donne-ma-non-vi-siete-ancora-stufate/"> Victoria's Secrets </a>evapora senza lasciare traccia come un deodorante per ascelle.<!-- /wp:paragraph --> <!-- wp:heading {"level":4} --> <h4>La moda che ti piacerebbe vestire è qui per rimanere</h4> <!-- /wp:heading --> <!-- wp:paragraph -->Questa ondata di Fashion Week ha sancito con compattezza un ritorno alla moda indossabile. Più che fare filosofia l'industria vuole vendere e per vendere, il sistema necessita di credibilità. Credibilità e desiderabilità per poter corteggiare un uditorio che possibilmente non si esaurisca in un'orgia di adolescenti problematici. Non solo musica, scenografie e shock visivi, il tempo degli show-contenitori per Insta-fanatici non basta più.<!-- /wp:paragraph --> <!-- wp:heading {"level":3} --> <h3>Via le sneakers, tornano it-bag e capispalla</h3> <!-- /wp:heading -->